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Quando il fantastico è...fantastico
Valerio Evangelisti scrive nella prefazione “Se mi chiedessero, a bruciapelo, qual è l’autore italiano di narrativa fantastica che preferisco, risponderei: Maurizio Cometto”.
Ora, io non sono Valerio Evangelisti e nemmeno sono un appassionato del fantastico, anzi ne leggo raramente, però mi sento di affermare che questa seconda edizione, riveduta e ampliata, de L’incrinarsi di una persistenza è un libro di notevole valore, che va oltre la tipicità del genere.
Già mi aveva interessato Il costruttore di biciclette, ma questa volta sono stato letteralmente avvinto dai racconti piemontesi di Cometto.
Ho riscontrato infatti una straordinaria abilità nel rendere verosimili fatti che non hanno nulla di reale, nel proporre al lettore vicende e situazioni dotati di un’originalità più unica che rara, il tutto accompagnato da una sottile vena ironica che sdrammatizza le situazioni senza nulla togliere al pathos delle stesse.
Sono tredici racconti che, se si ha il tempo, si leggono d’un fiato, scritti in modo impeccabile e che confermano quindi il giudizio di Evangelisti.
Già il primo, Maglia a pois, ha il tono epico delle imprese ciclistiche di altri tempi, ma, quel che più conta, ricrea l’atmosfera magica di una difficile corsa, inserendo elementi propri del fantastico che si potrebbero definire perfino possibili. Il finale, poi, credetemi, è del tutto imperdibile.
Commovente, straziante perfino, è poi L’incrinarsi di una persistenza, che dona il titolo all’intera raccolta.
Non è mia intenzione, tuttavia, scrivere di tutti i racconti, ma di limitarmi a quelli che, a mio giudizio, sono veramente delle chicche e così ai due precedenti ne aggiungo uno piuttosto lungo che da solo, opportunamente ampliato, e c’è di certo la possibilità, potrebbe anche diventare un romanzo.
Mi riferisco a “Lo scaricamento della bara” che, al di là della stupenda trama, presenta caratteristiche del tutto particolari, con una precisa e incisiva definizione del carattere dei protagonisti, circostanza questa che, unita a un’ambientazione particolarmente riuscita, fa emergere le qualità stilistiche di Cometto, un autore che potrebbe cimentarsi anche nel classico romanzo con risultati che sarebbero altrettanto soddisfacenti.
Certo, lui è portato per il genere fantastico e lì brilla di luce propria, imponendo caratteristiche di assoluta eccellenza.
Se è così tanto piaciuto a me, che non sono un amante del genere, raccomandarne la lettura diventa, quindi, la naturale conseguenza di chi, con sorpresa - lo ammetto - arrivato all’ultima pagina si è lasciato sfuggire una semplice esclamazione: fantastico!