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Fantasia di Buzzati
Raccolta di elzeviri e racconti, ultimo libro pubblicato, Buzzati vivente, nel 1971 quando era già un condannato a morte: si spense nel gennaio del 1972.
I motivi sono quelli tipici della tematica buzzatiana: paure,incubi, morte, le fratture minime dello spazio, del tempo, della quotidianità, l’attesa, la solitudine, il rifugio nella fantasia come àncora di salvezza per una realtà troppo raziocinante.
La scrittura è potente e riflette la drammaticità dell’uomo moderno, malato perché vivente e con una condanna pendente: la morte. Buzzati sapeva che i suoi giorni erano contati e ha colto tutte le sfumature della condanna ( la vita) con ironia.
L’immaginazione sconfina come al solito nel surreale e ci restituisce la viva realtà dell’Uomo, l’essere debole, solo, limitato dalle sue paure,in balìa dei suoi egoismi, stupidamente banale.
La raccolta si apre con la demonizzazione del retaggio d’infanzia: il Babau. Un consiglio comunale ne decide la soppressione; la denuncia è implicita: il mondo uccide la fantasia, l’illusione, la favola.
È una raccolta caratterizzata da singoli componimenti e da brevi sezioni fatte di piccoli componimenti. La sezione “Solitudini”, (sfondo storico gli anni ’60: Vietnam, bambini focomelici, naplam) , parla sotto la veste di ordinaria quotidianità della straordinaria assurdità del comportamento umano quando eccede in egoismo e indifferenza. “I giorni perduti” ma anche “La parete” con le meravigliose Alpi Oniriche sono i racconti più riusciti ed emblematici. E che dire del geniale “Equivalenza” dove la condanna a morte per un essere umano è data dal sapere con certezza la data della propria morte anche se a distanza di due secoli?
Seguono rappresentazioni che tendono a criticare la società di massa che appiattisce e omologa stupidamente l’uomo moderno.
I medici e i loro responsi qua e là irrompono con il loro gioco di detto e non detto, con sentenze di morte miseri prolungamenti di vita. Il sogno e la potenza allegorica che richiama, la cattiveria umana, l’arte, le condizioni di vita in città, la montagna, l’auto anche personificata .
E qua e là intravedo pure Dio: bellissimo il racconto “Contestato”. E ancora la vita come droga, ma potrei continuare per molto ancora tale è il ricco catalogo contenuto in questa raccolta.
Vi lascio invece con il misto di gioia, stupore, riflessione e ammirazione che sempre mi accompagna quando leggo questo mirabolante scrittore e allora :”Galoppa, fuggi, galoppa superstite fantasia” la tua caro Buzzati che rimpingui la mia.
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