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Un libro che non volevo...
Questo libro è come un piatto di pasta cotta senza metterci il sale: è insipido, sciapo, manca di carattere, di forza espressiva, la materia ci sarebbe ed offrirebbe diversi spunti di riflessione interessanti se fossero approfonditi e trattati senza scadere nella banalità e nell'ovvietà.
Tutto ruota intorno alla domanda: 'Era questa la vita che volevi?' Beh, ovvio che il 99% delle risposte sarà un NO, anche a causa della naturale tendenza dell'uomo all'autocommiserazione ed all'inevitabile riconoscimento dell'inadeguatezza della sua condizione attuale che lo porta sempre verso un perenne senso di insoddisfazione; e non si sottraggono a questa risposta neanche i protagonisti dei racconti proposti nel libro, racconti imperniati sul rimpianto per le decisioni non prese o peggio ancora per le decisioni prese ma nel modo sbagliato. E per quei pochi che risponderebbero Sì (tra cui anche lo stesso autore) e che si ritengono soddisfatti della vita che hanno, per essi ci sarebbe comunque, a ben guardare, il rimpianto delle occasioni mancate per non coincidenza dei tempi, che non è un vero e proprio rimpianto in quanto se sono occasioni mancate spesso non hai neanche coscienza del fatto che si sarebbero potute verificare e quindi non puoi neanche rimpiangerle; è più una sorta di triste consapevolezza che sicuramente, almeno una volta nella vita, ci siamo persi chissà quale grande occasione .. per una manciata di minuti.
Ecco, 'La vita che volevo' in fondo è questo: una decina di racconti su occasioni mancate e scelte sbagliate, condite con riflessioni più o meno semplicistiche sul caso o destino che dir si voglia... tutto qui.
Io piuttosto vi consiglierei di comprare qualche gratta e vinci... ci sono più probabilità che troviate la vita che volete...
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