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Lontano dalla coerenza e dall'immaginazione
Ho letto questo libro per la scuola, e devo dire che le mie aspettative erano molto basse, anche perché non apprezzo particolarmente Calvino come scrittore (eh sì, proprio non riesco a farmelo piacere), e la trama del libro mi dava già un'idea di pesantezza.
Il protagonista è il vecchio Qfwfq, che in ogni cosmicomica assume un aspetto diverso, da dinosauro all'anfibio, fino ad arrivare alla molecola vagante per l'Universo prima ancora del Big Bang. Lo scopo di questi racconti è esporre una legge della fisica attraverso il romanzo, per cui in ogni storia il Qfwfq vive un'avventura ai fini di dimostrare ai lettori quella legge.
Durante la lettura di questo libro ho alternato momenti di assoluta noia a momenti di maggiore interesse, in cui riuscivo, per quanto possibile, ad immedesimarmi nella situazione. Il motivo? Nel mio caso, in parte per lo stile narrativo di Calvino, ma anche perché le Cosmicomiche vanno contro ogni logica da noi immaginabile, e per leggerle bisogna abbandonare le nostre convinzioni (ovvero sapere dov'è esattamente ambientata la storia, come sono fatti fisicamente i personaggi ecc.), il che non è semplice.
Come possiamo noi immaginare l'Universo prima del Big Bang? Non possiamo, dobbiamo limitarci a leggere senza porci troppe domande. Nonostante ciò, alcune storie sono più divertenti e fanno emergere il lato "comico" di questo libro. Poi invece ci sono cosmicomiche le cui ambientazioni sono più vicine alla nostra immaginazione, e le caratteristiche dei personaggi vengono espresse, anche se con molti elementi contradditori. Per esempio, riporto di seguito il finale di una cosmicomica in cui, fino all'ultimo momento, il lettore ha la convinzione che Qfwfq sia un dinosauro...
Dal testo:
[...] Percorsi valli e pianure. Raggiunsi una stazione, presi il treno, mi confusi con la folla.
Letto questo, a qualsiasi lettore, anche il più visionario, sorgono dei dubbi. Ed è proprio questo che disorienta, nel leggere le Cosmicomiche. Questa totale assenza di coerenza.
Ma è straordinaria la capacità di Calvino di inserire in un contesto così lontano dalla realtà, elementi che ricorrono nella vita di tutti i giorni, o luoghi comuni da tutti conosciuti. Riporto un pezzo della cosmicomica "Tutti in un Punto", che racconta di come, prima della nascita del cosmo, tutto fosse concentrato in un minuscolo punto della materia.
Dal testo:
[...] Anche gli altri però avevano i loro torti contro gli Z'zu, a cominciare da quella definizione di "immigrati", basata sulla pretesa che, mentre gli altri erano lì da prima, loro fossero venuti dopo. Che questo fosse un pregiudizio senza fondamento, mi par chiaro [...] Era una mentalità, diciamolo, ristretta, quella che avevamo allora, meschina [...] Una mentalità che è rimasta in fondo a tutti i noi, badate: continua a saltar fuori anche oggi.
Qui Calvino inserisce una riflessione su un luogo comune e un problema del presente, ma inserito in un contesto completamente diverso.
Il mio giudizio complessivo è che le Cosmicomiche sono un libro difficile, più che da capire, da apprezzare. Non lo consiglio in quanto non posso dire che mi sia piaciuto, ma se qualcuno sta cercando un libro "fuori dal comune", questa è la scelta giusta.
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Commenti
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Loris
Riguardo alla ricerca della coerenza nella letteratura, non è certo quello che speravo di trovare in un libro intitolato "Cosmicomiche", ma credo di aver espresso in modo sufficiente il concetto nella mia recensione, cioè quello che intendo per "lontano dalla coerenza e dall'immaginazione". Parere mio, il mondo è bello perché vario.
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