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Otto indagini di un giovane Montalbano
Camilleri rispolvera un commissario Montalbano alle prime armi, con otto indagini non si sa se rimaste nel cassetto per anni o scritte di getto per presentarci il consueto protagonista delle sue storie poliziesche sotto un nuovo aspetto, agli inizi di carriera. Montalbano è ovviamente più giovane, pimpante, pronto ad intervenire in prima persona, senza quei dubbi o ripensamenti che caratterizzeranno in seguito la maturità della sua vita. I personaggi sono gli stessi : un Mimì Augello meno svagato del solito, un Fazio sempre partecipe e pronto a collaborare con il suo innato buon senso e l’immancabile Catarella non ancora “macchietta” comicamente avvitata ai consueti funambolismi del suo personaggio. C’è anche la fidanzata Livia, più presente in queste storie, non ancora avvezza a litigi , incomprensioni ed alla inevitabile noia di un rapporto un po’ consunto in seguito dagli anni e dalle abitudini. Le indagini sono tutte di una quarantina di pagine, ciascuna suddivisa ordinatamente, come è costume dello scrittore, in quattro capitoli. Il titolo al libro lo dà (“Morte in mare aperto”) una vicenda su traffici di eroina, che coinvolge le due famiglie mafiose del luogo, i Sinagra ed i Cuffaro; le altre mettono sempre in primo piano l’abilità e la baldanza giovanile del nostro commissario, alle prese con ladri, truffatori, belle picciotte, sequestri di persona e qualche “ammazzatina”, con soluzioni dei casi sempre azzeccate, con il consueto acume e l’aiuto dei fidi scudieri del commissariato. Camilleri non tradisce mai . Il volumetto si legge con piacere e riesce a rendere sempre più stretti i rapporti tra autore e lettore, tanto da catalogare il quasi novantenne scrittore siciliano tra i più letti ed apprezzati della letteratura italiana.
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