Dettagli Recensione
Approfondimento e curiosità
In 230 pagine circa, Carofiglio si pone un obiettivo semplice ed arduo: quello di mostrare “ai non addetti ai lavori” una parte dell’universo giuridico. Il linguaggio dunque usato non è dei più semplici in quanto l’autore offre a chi legge una vera e propria panoramica su ciò che è una causa penale presa nello specifico di un dibattimento con tanto di esame e controesame.
“L’arte del dubbio” è ottimale per il lettore con mente curiosa e aperta, per il lettore che consapevole di ciò che ha davanti ha il desiderio di cimentarsi in un universo sconosciuto spesso dato troppo per scontato, è un piccolo saggio in cui la chiave di volta è l’elemento psicologico con cui sono descritti i singoli ruoli (dai PM ai testi).
Come può evincersi dalla forma dell’elaborato scritto più che un romanzo l’opera è un piccolo saggio imperniato sul riportare stralci di dibattiti poi ineccepibilmente analizzati da ogni prospettiva.
Molti lo consigliano a chi è del mestiere e dunque a tutta quella fascia che va dal magistrato stesso al membro di un corpo di polizia, a mio parere invece questo è prima di tutto un romanzo per chi è esterno alla sfera giuridica perché chi vi appartiene non ha bisogno di un saggio breve sull’argomento perché già conosce quei temi e quelle sfaccettature almeno in parte o comunque lo troverebbe insoddisfacente per le conoscenze che ha già proprie. Viceversa chi non appartiene a quel mondo avrà magari più difficoltà ad entrare nel meccanismo di lettura poiché il linguaggio è indubbiamente tecnico, ma ne trarrà sicuramente più beneficio avendo modo di conoscere aspetti su cui altrimenti non rifletterebbe mai perché in pochi casi vi verrebbe in contatto. Ovviamente, come già detto sopra, deve trattarsi di un lettore curioso e consapevole dell’impresa in cui va ad accingersi altrimenti difficilmente apprezzerà l’opera e ne trarrà i benefici evidenziati.
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