Dettagli Recensione
L'angolo femminile
Questo libro è di fatto un saggio filosofico-letterario-storico. La scrittrice si prende a cuore tre scrittrici, Simone, Rachel ed Hannah e dedica a loro il suo trattato che rivela forme di intelligenza e sensibilità diverse in queste donne. Tutte e tre nascono e vivono in anni ansiosi e sanno sfruttare “the women’s angle”, ovvero il punto di vista dell’outsider, esprimendo il loro pensiero che è il senso della loro vita. Simone è quella in cui mi sono riconosciuta di più, intransigente, radicale, fino a risultare insopportabile e ridicola; affronta la vita con rigore sovrumano, estremo, implacabile e con un desiderio folle di anonimato; vuole ritirarsi, sparire, scomparire. Rachel è misteriosa, sfuggente, riservata, ogni sua giornata è un combattimento, neanche tanto esaltante, da cui esce disfatta, e la sofferenza è per lei la stoffa della realtà. Per Hannah pensare è come costruire una casa, occuparsi di un terreno da coltivare, è il tentativo di umanizzare il carattere selvaggio dell’esperienza. Il libro è scritto con un linguaggio molto ricco e ricercato, è intriso di riflessioni, così come queste tre donne sono ricche di pieghe dentro cui mille sono gli angoli di mondo che si nascondono. Però la lettura risulta difficile, ostica, a causa dei tanti rimandi storici e letterari, che se è vero che contestualizzano il senso del libro, è anche vero che, almeno per me, sono stati un ostacolo al flusso dei pensieri.