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La regina di Pomerania e altre storie di Vigàta
 
La regina di Pomerania e altre storie di Vigàta 2014-07-01 06:15:52 Renzo Montagnoli
Voto medio 
 
4.5
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
5.0
Renzo Montagnoli Opinione inserita da Renzo Montagnoli    01 Luglio, 2014
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Si ride e ci si commuove

Inizia l’estate, il caldo opprime la giornata, magari si sta in spiaggia e appare necessario far scorrere il tempo, possibilmente nel miglior modo. Ecco, la lettura è il rimedio giusto, soprattutto se si ha la fortuna di scegliere un libro che, senza la necessità di sforzare le meningi, rilassi portando un po’ di allegria. Dunque, deve essere non impegnativo, facile da leggere e, soprattutto, divertente. Al riguardo La regina di Pomerania e altre storie di Vigàta è proprio quello che va bene.
Si tratta di otto racconti, né troppo lunghi, né troppo brevi, insomma della giusta misura, otto storie di paese non collegate fra di loro e quindi autonome al punto tale che, terminata una, si può iniziare con la successiva anche dopo diversi giorni, senza la necessità di doversi rileggere la precedente. In queste prose troviamo un Andrea Camilleri nella sua forma migliore e capace, oltre che di far ridere, anche di commuovere, ed è giusto così, perché in fondo i personaggi devono incontrare la simpatia del lettore, devono essere capaci di divertire, ma anche di toccare le corde del cuore. E i protagonisti non sono figure sciatte, anonime, messe lì a fare da comparsa, ma hanno una ben precisa e ben delineata personalità, insomma attori di una storia che finiremo con il ricordare anche dopo molto tempo che si è letto questo libro.
Ne parlo in breve, racconto per racconto, senza nulla svelare, ma solo per dare una piccola sintetica idea.
Romeo e Giulietta è una parodia dell’omonima tragedia di Shakspeare, con una figura femminile di forte personalità che viene a contatto con un Romeo, che a definirlo imbecille è dir poco.
I duellanti presenta un tipico contrasto paesano fra due gelatai, una rivalità non solo commerciale, ma anche in amore, che si trascina nel tempo e che solo un evento, quell’evento può troncare.
Le scarpe nuove con cui Camilleri ci introduce alla misera condizione di tanti siciliani, quando appunto avere un paio di scarpe nuove era un sogno, e con un personaggio fuori dai generi, un asino veggente e quasi umano a cui il suo ex padrone, antifascista viscerale, ha dato il nome di Mussolini.
La regina di Pomerania è una vera e propria perla e narra di una truffa internazionale ben architettata, con un ineffabile e imperturbabile Console onorario che seduce i notabili dell’intero paese.
La lettera anonima descrive una vera e propria epidemia di lettere non firmate, una moda che induce il professor Bruccoleri, che ne sarà anche vittima, ad analizzare il fenomeno, arrivando a una loro classificazione: lettera anonima che porta a conoscenza di un intero paese un fatto di cui già sa; quella mandata all’autorità giudiziaria e quindi è una denuncia; poi c’è quella che rivela una storia sconosciuta a tutti e infine l’ultima che racconta di qualche cosa che non è mai accaduto, ma che ha la possibilità di succedere, e questa è la più pericolosa, perché nessuno è in grado di capire se è vero quanto scritto o è inventato; in verità esiste pure un’altra categoria, quella in cui emerge la volontà di seminar zizzania, di portar male, ma che poi finisce per avere l’effetto contrario, come appunto sperimenterà – e qui ci sta tutta la commozione – il professor Bruccoleri.
La seduta spiritica è una parodia dello spiritismo, dei suoi riti, dei suoi personaggi e nel caso specifico con le sue truffe.
L’uovo sbattuto, in cui Camilleri si cimenta con l’erotismo e direi che ci riesce piuttosto bene, delineando in modo impeccabile due protagonisti d’alcova in una passione travolgente, che tutto divora, anche la vita. Qui l’ilarità è molto più sfumata, tranne qualche passaggio, e mano a mano che si procede e si volge al fine della storia la narrazione si fa sempre più seria, in previsione dell’inaspettato finale.
E arrivo al racconto che mi è piaciuto di più, a Di padre ignoto, un autentico gioiello, in cui i confini fra l’apparire e l’essere sembrano dilatati nella visione ristretta di un popolino, portato a credere con una fede a prova di bomba, nonostante le evidenze. Amalia Privitera è una santa, oppure una donna di malaffare? Camilleri non giudica, giudica invece l’ignoranza di una moltitudine paesana che pare priva di buon senso e di un gruppo di notabili, che pilota la circostanza a piacimento. E’ un racconto che diverte e anche commuove, perché in fondo Amalia Privitera, bella come una Madonna, è una donna sfortunata, segnata dal destino, che inutilmente cerca di contrastare.
Scritto come al solito in una sorta di siciliano italianizzato, La Regina di Pomerania e altre storie di Vigata è un gran bel libro, meritevole della più ampia considerazione.

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Questo mi manca e mi fa piacere come delinei il Sommo :D
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