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UN MOMENTO FERMO NEL TEMPO.
Una raccolta di brevissimi racconti, con un inizio e una fine ben definiti, anche se quest’ultimo spesso mi lascia dubbiosa e perplessa..
Non è semplice condensare tanti significati in così poche pagine, ma attenzione, Carofiglio ci riesce benissimo, e alcune storie mi sono piaciute molto più di altre.
Meno quelle a sfondo giallo o con una dose di irrisolto che non mi ha del tutto soddisfatta.
Quelle introspettive e con situazioni vissute, attimi fugaci tra due perfetti sconosciuti, molto di più.
In particolare nel primo racconto assistiamo ad una situazione che ci avrà certamente visti protagonisti una volta nella vita. Il sentirci improvvisamente e inspiegabilmente attratti e legati ad una persona incontrata per un attimo e casualmente, magari durante una comune attesa; cosa accade quando gli sguardi si incrociano e i pensieri anche, quando il termine sconosciuta non è più tale, si crea quello speciale momento di comune sentire; può durare un istante, ma è intensissimo perché nasce come un bisogno in entrambi. Siamo improvvisamente sullo stesso pensiero, non conta se è la prima volta che i nostri visi si guardano....è successo…ha tra le mani un libro caro anche a noi…continuiamo a sentire quel legame, ancora, inspiegabilmente, dopo la separazione, anche se lo stare insieme è durato una sola notte, nell'attesa delle rispettive partenze in un sonnolento aeroporto... crogioliamoci un questa calda carezza.
Carofiglio racconta questa sensazione, questo vissuto perfettamente, in pochissime parole.
Di più sarebbero effettivamente state superflue.
“Tu, tu hai un buon odore. E io mi chiamo Valeria.”
Condividiamo....as tears go by…
“Vigilie” è commovente, triste, riesce a farmi sentire in colpa. Si, perché mi è capitato di vivere situazioni simili, e di provare lo stesso imbarazzo…
“Non si voltò indietro.”
Che vergogna al pensiero di aver fatto anche io così.
Alcuni racconti sono un vero condensato di orrore e mistero, di ignoto…in poche poche pagine.
“Città” è un racconto sensualissimo…
“L’aereo scendeva. Adesso lei era proprio girata verso di me, e sembrava mi guardasse, attraverso quelle lenti scure. Mise le sue dita sulla mia faccia. Erano asciutte, fresche e profumate. Mi percorse le sopracciglia, il naso, la bocca. Gli occhi che avevo chiuso senza accorgermene. ”
“Il maestro di bastone” è una bellissima storia di crescita e di amicizia. Sono perfettamente raccontati gli stati d’animo di imbarazzo, rabbia, tristezza, che hanno spesso accompagnato le mie vacanza quando ero ragazzina. Mi ci ritrovo pienamente.
Chiude “La doppia vita di Natalia Blum” un giallo super concentrato. Sempre in poche poche pagine.
Brevi momenti, e tali sono le parole scritte dall'autore.
A volte dire troppo è superfluo.
Buone prossime letture
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Mariangela
Mariangela
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Pia