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Il tempo invecchia in fretta
 
Il tempo invecchia in fretta 2013-08-22 18:18:12 enricocaramuscio
Voto medio 
 
4.3
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
4.0
enricocaramuscio Opinione inserita da enricocaramuscio    22 Agosto, 2013
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Faccia a faccia con il tempo

Il tempo non passa, il tempo invecchia. Ecco il concetto alla base di questo piacevole e delicato libro di Antonio Tabucchi composto da nove racconti che si differenziano tra loro per l’ambientazione geografica e storico-politica e per l’eterogeneità dei protagonisti e delle storie, ma sono tutti accomunati da un’atmosfera melanconica e da un’idea di impotenza davanti all’ineluttabile invecchiare del tempo. Dalla Svizzera al Maghreb, dal Kosovo alla Croazia, dalla Romania ad Israele, da Roma a Creta, e poi la Germania Est della Stasi, l’Ungheria dell’invasione sovietica e la Russia di Putin, il Portogallo di Salazar, la Polonia socialista, l’Italia del Grande Fratello. Visioni ancestrali che offuscano il presente; ricordi d’infanzia che tornano su letti di morte; un militare che attende pazientemente i devastanti effetti dell’uranio impoverito sulla sua salute cercando di leggere il futuro nelle nuvole; un uomo che ha passato la vita a spiare gli altri senza accorgersi di quello che accadeva nella propria casa; generali nemici che si incontrano a distanza di anni trascorrendo insieme i giorni più belli della loro esistenza; canzonette che rievocano un tempo ormai sparito, evaporato, marameo; avvocati di Stato che usavano trucchi cinematografici per alleviare le pene ai propri assistiti; un vecchio convinto di trovarsi in un’altra città; un uomo che si trova a vivere da protagonista una storia che lui stesso aveva inventato per combattere l’insonnia. Ogni personaggio è impegnato in un personale faccia a faccia con la propria vita passata, presente e futura, ma i confini tra ciò che è stato, ciò che è e ciò che sarà non sono ben definibili, il tempo si confonde, si intreccia, si nasconde. E’ difficile tracciare bilanci senza pensare al domani, è impossibile fare progetti senza fare i conti con un passato che riappare con la forza di una mandria di cavalli selvaggi che galoppano vorticosamente in cerchio, o che scava pian piano nell’anima come il suono ipnotico delle gocce, una diversa dall’altra, che cadono da una flebo: clof, clop, cloffete, cloppete.

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bellissima recensione, Enrico, per un libro poco conosciuto!
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