Dettagli Recensione
Surrealismo dosato
Nella raccolta di racconti intitolata “L’ultima lacrima”, Stefano Benni confeziona ventisette racconti assai diversi per contenuto, ma uniformati dal tono surreale e vagamente orrifico che li pervade.
Tanto per fare qualche esempio, l’esordio è rappresentato da “Papà va in TV”. Nella civiltà del televisore totem, papà che ci va a fare in TV? La risposta è sorprendente: papà Augusto Minardi sarà l’interprete di un’esecuzione in diretta sulla sedia elettronica, con tanto di ritualità (“Se vuole un consiglio, quando arriva la scarica, tenga la testa in giù. Così non si vedono le smorfie …”) e partecipazione di pubblico (“Questo è un momento importante della democrazia televisiva”). Tra i telespettatori, ovviamente c’è anche la famiglia del condannato che, così, può vivere – con il capofamiglia - un momento di celebrità più unico che raro.
Su questo stesso tono, ma con apofonie narrative, nell’ordine seguono: “Fratello bancomat”, una storia simil-futurista di fine XX secolo, nella quale il bancomat si dimostra empatico e interattivo nei confronti dell’utente; “Un cattivo scolaro”, inquietante proiezione della cultura consumistica e televisiva nella scuola dell’obbligo; “Coincidenze”, una sorta di esperimento agghiacciante su identità/alterità; “Il nuovo libraio”, un horror erudito nel quale i libri antichi sono veri e propri personaggi che si ribellano a un destino ormai segnato; “Lombritticoetica”, un apologo in cinque brevissimi atti recitati da lombrico e pesce (con comparsa dell’uomo solo nell’ultimo atto); ”Il ladro”, una parodia della retorica e dell’inconcludenza dell’uomo …
… Seguono altri venti racconti: ciascuno potrebbe essere oggetto di commento autonomo, ma forse ho già comunicato quale sia il registro di Benni in questa silloge!
Bruno Elpis
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Commenti
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Tra scrittori ci si frequenta...dimmi con chi vai...
:-)
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No, non fa per me...credo.
Pia