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La non violenza è l’arma vincente
Il volume raccoglie alcune lettere, in parte inedite, in parte pubblicate sul “Corriere della sera”, successivamente al tragico evento dell'11 settembre, a quell'attentato alle Torri gemelle di New York che prepotentemente ha fatto tornare in risalto i sempre latenti desideri di risolvere i problemi con la guerra.
Qualcuno potrà considerare questi scritti come l'esile tentativo di un convinto pacifista di trovare una soluzione impraticabile per addivenire a un mondo di pace; personalmente, invece, ritengo che costituiscano un atto di grande umanità contro la roboante retorica del più forte sul più debole.
Scrive Terzani:
“Ancor più che fuori, le cause della guerra sono dentro di noi. Sono passioni come il desiderio, la paura, l'insicurezza, l'ingordigia, l'orgoglio, la vanità. Lentamente bisogna liberarcene. Dobbiamo cambiare atteggiamento. Cominciamo a prendere le decisioni che ci riguardano e riguardano gli altri sulla base di più moralità e meno interesse. E' il momento di uscire allo scoperto…Il cammino è lungo e spesso ancora tutto da inventare. Ma preferiamo quello dell'abbrutimento che ci sta dinnanzi? O quello, più breve, della nostra estinzione?”.
Utopia, idee nobili, ma campate per aria? No, l'uomo può tutto, purché lo voglia, purché in un altro uomo cerchi i punti di contatto, e non solo quelli di attrito, dimentichi che l'interesse personale, il guadagno non sono le ricchezze della vita, che tendere la mano è in fondo più facile che sferrare un pugno.
Impossibile tutto ciò? No, già c'è stato chi con la non violenza ha dimostrato che la via è percorribile, e non mi riferisco tanto a Gesù Cristo, quanto a una figura più recente, a un uomo la cui grandezza è stata inversamente proporzionale alla sua statura, al mahatma Ghandi.
E secondo Terzani non è sufficiente comprendere il dramma del mondo mussulmano nel confronto con la modernità, il ruolo dell'Islam come ideologia contro la globalizzazione, la necessità dell'Occidente di evitare una guerra di religione, ma occorre soprattutto capire, convincersi che l'unica possibilità di uscire dall'odio, dalla discriminazione e dal dolore è appunto solo la non-violenza.
Da leggere, senz’altro.
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