Dettagli Recensione
ironico ed emozionante
Cronaca interiore, affollata e densa dal kosovo prima del Kosovo, il libro di Francesca Borri, "apprendista diplomatica" nella capitale della repubblica ex-jugoslava, fin dal suo incipit ci trascina fra le stanze della missione di rappresentanza italiana a Pristina e dentro il non luogo Unmik, oltre il muro che separa gli imprecisati e indistinti kosovari dai pacificatori, in una terra di nessuno dove un banale fraintendimento può trasformarsi grottescamente in un caso di spionaggio ai danni dello Stato italiano. Sulla "astronave internazionale" atterrata in Kosovo il ridicolo attacca tutto e non distrugge niente, perché la sua pratica quotidiana ne neutralizza il potere distruttivo. "Non aprire mai", scritto con uno stile rapido, punteggiato di citazioni più o meno scoperte, ironico ed emozionante allo stesso tempo, racconta forse meglio di tanta documentazione ufficiale la distanza che l'Occidente continua a frapporre fra sé e l'Altro. Da leggere tutto d'un fiato.