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Mi chiamo Roberta, ho 40 anni … – Commento di Brun
Aldo Nove confeziona un’opera che è un saggio, un’inchiesta, una riflessione sui nostri tempi e sul nostro paese.
Vengono presentate interviste a personaggi comuni, ciascuna delle quali è preceduta dall’introduzione di un autore che ha un atteggiamento critico e lucido nei confronti della realtà sociale ed economica dell’Italia del primo scorcio del XXI secolo.
Sfilano così:
Roberta, la precaria che dà il titolo all’opera: “Mi chiamo Roberta, ho 40 anni, guadagno 250 euro al mese …”;
Alessandra, la stagista (“Lo stage è una forma di sfruttamento e di ricatto. Si differenzia dall’apprendistato … perché non insegna nulla”);
Domenico, il pastore sardo (“Ecco. Io, anche se faccio il pastore a tempo pieno, rientro nei lavoratori precari. Flessibili pure …”);
Riccardo, che lavora in televisione (“Un lavoro falso, perché vive inconsciamente sul falso senso di gratitudine che tu dovresti avere semplicemente per aver avuto accesso al magico mondo della televisione”) e sfata il falso miraggio di un’occupazione in questo ambito;
Angelo e Armando, operai (“Una storia, la nostra, di diritti conquistati e poi persi per sempre”);
Cilia, lavoratrice interinale (“L’agenzia interinale è il vero mostro del nostro tempo”; “Oggi è aumentata la domanda di lavoro. Ed ecco i negozi che vendono il lavoro”);
Marco, immigrato … e tanti altri.
Sono tutte figure tragiche di una società svuotata di valori e certezze, ove i ruoli sembrano quelli imposti da un dramma che ha un copione scritto e immodificabile.
In un’Italia che non regge il confronto con l’estero: “Mi piace questa possibilità che ti dà Parigi di … perder il tempo … che è poi la vera base della creatività”.
In aziende che si basano su modelli nefasti: “Per far funzionare un’azienda … bisogna minare le sicurezze individuali”.
Con meccanismi deteriori basati su “doni … per ricordare di ricordarsi … cifre esorbitanti pagate alla figona di turno che per una comparsata di pochi minuti guadagna il triplo di quello che guadagni tu in un mese …”
Le interviste di Roberta & c. sono state realizzate nel 2004 e nel 2005. Nel frattempo la situazione è peggiorata. Si è aggravata. Fenomeni e tendenze, che Aldo Nove ha impietosamente fotografato e denunciato, hanno accelerato il loro corso. Distruggendo speranze, fiducia e prospettive.
Bruno Elpis
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Non passa settimana ormai da tempo che per esempio nella mia regione non si suicida una persona...o non senta di persone in cassa integrazione...in mobilità. E mi chiedo: cosa succederà quando anche questo finirà? Vedo genitori di alunni sempre più in difficoltà...
Bravissimo Bruno, che ci porti a soffermarci a riflettere sui problemi d'oggi...Con la viva speranza che qualcuno "in alto" riesca a trovare a breve una valida soluzione...
Grazie da Pia
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