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L'emigrazione secondo Carmine Abate
L’emigrazione è un tema ricorrente nelle opere di Carmine Abate, scrittore calabrese di origini arbreshe, classe 1954.
E questa sua raccolta di racconti ne è forse la massima espressione poiché i protagonisti delle varie storie si muovono quasi come degli automi all’interno di una realtà che però non sentono affatto propria. Essi infatti sono rifiutati ovunque: sia dalla propria terra che li ha prima partoriti e poi abbandonati perché non in grado di provvedere al loro sostentamento, sia da questa nuova terra che malvolentieri li ha accolti sin dal principio e che continua a rifiutare con spietata ostilità.
Tutti accomunati fra loro dal desiderio di rivalsa e dalla voglia di una prospettiva di vita ben diversa e tutti inevitabilmente ammalati da quella stessa subdola ed inguaribile malattia chiamata nostalgia. I racconti contenuti in questa raccolta sono un caleidoscopio di sentimenti vari che ipnotizzano letteralmente il lettore, si passa infatti dall’amore all’odio, dalla rabbia alla rassegnazione, dall’orgoglio alla sconfitta ma forse quel che più ferisce il lettore è quel preconcetto costante e avverso di razzismo verso lo straniero.
Alla fine del libro ci ritrova perciò con un senso di amarezza in bocca poiché ci si rende realmente conto che forse le cose non sono mai del tutto cambiate …