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La grandezza degli umili
“ …Il viso di Ettore riprese forma al chiarore che si rovesciava dal taglio della porta e la strada sembrò per poco animarsi nelle sue ombre e nei suoi bracci notturni; pareva anzi che la luna, uscita all’improvviso dai brandelli di due nuvole, rotolasse con il suo disco sui cespugli e sui tetti prima di tornare ad abbuiarsi nel gelo della notte….”
Di Vito Moretti, autore di alcuni volumi di saggistica e soprattutto di sillogi poetiche avevo letto Luoghi, una raccolta di riuscite poesie ispirate da viaggi, fra le quali quelle frutto di un itinerario in Terrasanta mi avevano colpito in modo particolare per la capacità di percepire con il cuore e tradurre in versi ciò che va oltre la razionalità matematica del lavoro della mente. In particolare, in quelle e in altre, avevo rilevato una religiosità non di maniera, ma frutto di un’innata sensibilità nei confronti della natura, ispiratrice quasi mistica e fonte di latenti opportunità per volgersi alla trascendenza. Ora, questa raccolta di 21 racconti, intitolata La polvere sul cucù, conferma il mio giudizio positivo sulle qualità dell’autore.
Si tratta di prose certamente non lunghe, con tematiche diverse, scritte con una creatività del tutto particolare, dal risultato assai gradevole, nelle quali è presente la vocazione di estensore di versi, tanto che questi brani possono essere definiti vere e proprie prose poetiche, sia per l’armonia che le accompagna, sia per un generale equilibrio di struttura, in grado di sintetizzare vicende e concetti.
Ciò che accomuna inoltre i racconti sono i protagonisti, esseri umili, ma dotati di una grande carica umana che li rende attori unici e principali, portatori di un linguaggio di pace che li eleva a simboli di come dovrebbe essere l’uomo se segue, per intima convinzione, il pensiero del Cristo. Siamo in presenza di una religiosità al di fuori dei vincoli ben precisi della Chiesa e che riscopre una spiritualità innata che nel messaggio di Gesù trova la sua definitiva affermazione.
Dal sacerdote che vive la Messa in Le mani del prete alla sofferta, ma convinta rinuncia di Teresa in Il fiume nella notte, senza dimenticare l’ascetica figura di Michele in Il martedì della visita, si esplicita un corale messaggio che, senza esaltare i personaggi in se stessi, ci porta a considerare una natura umana fondamentalmente tesa al bene, qualora lontana dalle spire tentatrici del denaro e del potere.
E’ una mano felice quella dell’autore, che mai s’impone sul lettore, ma che gli porge vicende attraenti in cui lo sfondo armonico della poesia offre un considerevole contributo. Così le descrizioni dei paesaggi risaltano come panorami nei quadri del Canaletto, mentre le atmosfere, nel complesso pacate, tranne che nel drammatico Il presagio del gelo, sono sempre frutto di un’attenta ricostruzione che avvolge il lettore fin dalle prime righe. In Moretti ci sono sensibilità e delicatezza, rispetto per gli esseri umani quando essi vivono e magari soffrono per la loro dignitosa umiltà; e anche i temi scabrosi sono affrontati in punta di penna, tanto da riuscire perfino a colorare di un soffuso e tenue rosa una relazione omosessuale (L’altro bene).
Sono brani che nel complesso risultano di elevato valore, che riescono a coinvolgere e che, pagina dopo pagina, portano a una grande serenità.
E’ evidente che ci troviamo di fronte a un lavoro assai valido, ampiamente meritevole di lettura.