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"Strane storie" di G. Biondillo - Commento di Brun
Le storie narrate da Biondillo in questa raccolta di diciassette racconti sono “strane” in diverse accezioni: perché sono surreali, stralunate, irrequiete. E, soprattutto, lasciano irrequietudine nel lettore, che alza le antenne per captare il messaggio e i retro pensieri di un autore che sembra gioire nello sperimentare.
I racconti si susseguono rasentando toni e contenuti estremi. A volte sembra di percepire la forzatura di una mano intenta a dipingere sfumature volutamente provocatorie. Spesso si coglie la tensione di chi si sforza di immaginare a cosa porteranno le tendenze in atto nella vita di tutti i giorni.
Ad esempio, “L’uomo nell’alto castello” è un incubo creativo (o reale?) di uno scrittore di successo.
“Expo 2015” ha un sapore parodistico. Per i richiami al “Partito della Rosa Camuna”, che con la sua vocazione campanilistica tanto allude a …
“L’ultimo Capodanno” è una specie di rito propiziatorio per allontanare la malinconia dell’obbligo di divertirsi che incombe su tutti (carcerati compresi) nella notte di San Silvestro.
“Non pensare a domani” è una rappresentazione freudiana di collusioni, compromessi e servilismi nei rapporti di potere.
“Caccopiscioso” è sottotitolata “favoletta moraleggiante”. Con pennellate fantasy, narra l’insurrezione di una scolaresca nella mensa scolastica e fa il verso alla rivoluzione che il Gianburrasca della Wertmuller innesca nel collegio inneggiando alla ‘pappa con il pomodoro’.
“Sono io il colpevole” è il proclama dei diversi protagonisti di un atroce atto di bullismo nei confronti di un handicappato
Ancora satira politica ne “La triste confessione di un comico paranoico”: al ‘prestigiatore’ manca soltanto il nome, che invece non viene negato nella descrizione della “polverizzazione snob e deprimente della sinistra”.
Anche “Tosca” è sottotitolato: un fanta-melodramma, in uno scenario ove “una volta a comandare il mondo era la Cina. Ma la demografia è stata più forte di ogni esercito. La politica del figlio unico … ha fatto recedere e ridimensionare l’economia cinese lasciando spazio libero all’India …”
“La favola dei calzini invisibili” è una metafora idealistica sul potere delle emozioni e dell’amore. Uniche forze in grado di arginare la progressiva sparizione della realtà.
“Il cantiere” è quello con il quale si intende “costruire una galleria fra il Duomo e la Scala” di Milano!
“Un bicchiere di tè freddo” è una storia a sfondo erotico concepita con la tecnica dell’inversione vendicativa.
“Lucia dolcissima” è una specie di preghiera ‘requiem’ al contrario.
“L’ultimo metrò”, dalla Nouvelle Vague del cinema francese, mutua soltanto il titolo. È un racconto allucinato e scioccante, che potrebbe non piacere a chi quotidianamente si serve della metropolitana. Come …
… Bruno Elpis