Dettagli Recensione
I DISAGI DELLA NOSTRA SOCIETA'
Avete presente Verga?
Certo che sì, come si può non averlo presente.
Ecco, “Niente più niente al mondo” può sembrare, per molti versi, una tipica novella verghiana.
Con un lungo ed estenuante monologo, Carlotto vuole dipingere il disagio della nostra società: la povertà, la solitudine, la paura dello straniero, il consumismo che porta all’infelicità, il tentativo della scalata sociale che – come in Verga – va irrimediabilmente fallito.
A parlare è una donna oramai di mezza età, che vive nella periferia di Torino e fa la colf per guadagnare pochi spiccioli, con i quali deve mandare avanti la famiglia: un marito, e una figlia adolescente.
Una donna che si sente sola e che non ha più niente, e che vorrebbe che il destino della figlia fosse diverso dal suo.
Ma la figlia si vede con un ragazzo straniero – “quei maledetti, ci rubano il lavoro” ( peccato però che a raccogliere i pomodori nei campi gli italiani non ci vogliono andare, per forza poi che ci vanno gli stranieri) e non vuole saperne di provare ad andare in tivù, come invece vorrebbe la madre.
Un libretto di poche pagine, ma con un messaggio estremamente enorme: un piccolo campanello d’allarme, per avvertirci che la vita non è tutta rose e fiori come ci piace pensare, ma che la nostra società è colma di problemi che purtroppo non vengono risolti.