Dettagli Recensione
Antologia di Vigàta
Anche Andrea Camilleri ha trovato un posto nel mio cuore di lettrice.
Dopo un iniziale problema nel capire la scrittura in dialetto siculo mi sono ritrovata a leggere questi libri come se fossi io di madrelingua siciliana.
Si tratta di un’antologia composta da otto racconti divertenti ed ironici però tutti hanno un finale che lascia l’amaro in bocca.
Le storie sono ambientate a Vigàta, ma del Commissario Montalbano non c’è nessuna traccia.
Nelle storie in questione si parla di uomini e di donne che tra battibecchi, liti familiari, premurose cordialità, balli in maschera, contrabbando di cani, presepi viventi e sesso portato all’estremo ci raccontano la vita quotidiana di Vigàta.
Camilleri ha deciso di non mettere in ordine cronologico le sue storie anche se sono ambientate tra il 1893 ed il 1950.
La cosa che mi è piaciuta di più di questi racconti è stata la capacità dello scrittore di dare uno “sprint” nel finale di ogni storia. Infatti sono rimasta piacevolmente colpita anche se al culmine ci si trova davanti una sorte inaspettata e talvolta davvero crudele.
Gli otto racconti di cui è composta questa antologia sono così intitolati:
- Romeo e Giulietta;
- I duellanti;
- Le scarpe nuove;
- La Regina di Pomerania;
- La lettera anonima;
- La seduta spiritica;
- L’uovo sbattuto;
- Di padre ignoto;
Quello che mi è rimasto più impresso è stato l’ultimo.
È proprio vero che quando la gente ha un pensiero su di una persona anche se vengono scoperti gli altarini su di essa, il popolo non vorrà mai perdere le proprie certezze e seguirà la strada della falsità.
Storie che riescono a stupire, emozionare, commuovere e talvolta anche ridere.
Un libro molto scorrevole consigliato per chi non vuole una lettura troppo impegnativa che però fa anche riflettere sulla menzogna e sull’inganno che spesso gli uomini e le donne sono abituati ad usare.