Dettagli Recensione
Solitudine e silenzio
Trovo veramente difficile recensire questo libro.
Mi sono chiesta il perché un paio di volte, e alla fine ho trovato la risposta: perché non sono un genitore.
Isabella, con uno stile scorrevole e incisivo, ci schiaffa in faccia la realtà ed è uno schiaffo che fa male: ci descrive storie vere, di bambini, ragazzi con una difficile situazione familiare e con gravi disagi psicologici.
Isabella sottolinea soprattutto il tema dell’incomunicabilità: tema molto caro nel Novecento, e a quanto pare, non solo.
I ragazzi che Isabella descrive sono ragazzi che non riescono ad esprimersi né ad aprirsi. Sono ragazzi che non riescono ad affrontare i propri genitori e che non riescono a risolvere i propri problemi.
Sono ragazzi che tutti noi conosciamo, perché, bene o male, ognuno ha i propri problemi: chi più gravi, chi meno; chi riesce a superarli, chi invece non ce la fa da solo.
La solitudine è un’altra tematica che Isabella ci fa toccare con mano; con la sua guida, ci immergeremo in essa e vedremo, in fondo a quel nero abisso, la più profonda desolazione dell’animo.
Perché non solo questi ragazzi, i ragazzi di oggi, non riescono a comunicare; ma si sentono anche soli, abbandonati.
E si sentono abbandonati soprattutto dai genitori.
Isabella infatti descrive, nella maggior parte di questi racconti, genitori egoisti che non riescono a vedere le necessità dei propri figli perché guardano solamente alle proprie.
Un libro toccante, che sicuramente può aiutarci a guardare più profondamente chi ci circonda e che può aiutare i genitori a scavare meglio dentro i propri figli.