Dettagli Recensione
"Guardiamo nel buio" !
In questi dodici racconti, ispirati a fatti di cronaca vera, Dacia Maraini adotta uno stile narrativo essenziale, pervaso, però, da una fluidità tale che ci sprona a divorare ogni pagina, a proseguire senza sosta, volendo giungere avidamente ad un altro breve capitolo e scoprire quale nuovo orrore sbucherà fuori dal buio che l'ha divorato.
Ma cosa significa, in realtà far "uscire dal buio" queste terribili storie di soprusi, di sfruttamento minorile, di violenze domestiche, di omicidi? Si intuisce immediatamente che l'intento dell'autrice non è quello di condurci alle lacrime che bruciano di commozione, ciò che proviamo è se mai un dolore sordo, una profonda amarezza e una forte indignazione.I riflettori non vengono puntati solo sulle vittime - "naturalmente, è ovvio" direte - ma, la sensazione che mi ha suscitato è stata quella di essere spronata ad indagare oltre, guardando nel buio delle coscienze dei carnefici, nell'atteggiamento patologico di chi, per paura, tenta di "coprire" questi orrori, un circolo vizioso, dove, in alcuni casi, scopriremo nascondersi una vittima dietro il volto del carnefice.
Non si tratta di un manuale di psicologia spicciola, tutt'altro. La Maraini non sembra partecipare insieme a noi lettori a questa danza crudele nei meandri della psiche, la sua voce non ci offre spiegazioni, lascia parlare i dialoghi, dai quali sovente, oltre alla paura delle vittime che sono a loro volta testimoni, emerge il pregiudizio: frutto di una società gretta, egoista, legata a principi superficiali dettati unicamente dall'apparenza che divengono spesso il movente di molti orrori.
E, quando sono i bambini a dover pagare la luce viene puntata sull'innocenza, ci viene mostrato il suo candore in modo semplice: l'orrore visto attraverso gli occhi della purezza.
..."Il bambino si agita sul sedile. Possibile che l'uomo abbia cambiato voce? Non è più il gorgoglio gentile del piccione che esce dalla sua bocca, ma il suono rauco e cattivo del corvo affamato."...
Adele Sòfia, la commissaria che già nel noir "Voci" aveva affascinato il lettore, non si lascia travolgere dal sistema, non si arrende. Lotta considerando il suo lavoro un compito arduo ma autentico, combattiva e attenta, mentre tenta di trovare una magra consolazione nei pesciolini di "liquorizia" che mastica in modo compulsivo e, generosamente, offre a chiunque, come se volesse donare a se stessa e al mondo che la circonda un balsamo per lenire il dolore.
Uno scritto che fa male, graffiante, incisivo.Un invito ad orrervare cosa si nasconde nel "buio", nei fatti di cronaca che talvolta leggiamo sbadatamente. Fatti che commentiamo, spesso scivolando nella retorica, ritratti di gente che nel nostro cammino temiamo di incontrare. Vicende che, pur non volendo ammetterlo, preferiamo far cadere nel dimenticatoio, per permetterci di continuare le nostre vite, volendo ignorare che, talvolta, possiamo essere noi quei "testimoni inconsapevoli".
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Per voce sola, S.Tamaro
Commenti
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CMq, rispetto a Per voce sola della Tamaro, a me è risultato un po' più ... leggibile---
Un giorno mi e' partito un embolo letterario : MARAINI MARAINI MARAINI.
Son andata in libreria e ho preso LA LUNGA STORIA DI MARIANNA UCRIA.
Morale della favola terminato il raptus terminato tutto, il libro e' sullo scaffale, non mi attizza piu'.
Pero' devo leggerla questa autrice...
poi, atri suoi...anni e anni fa.... ne leggevo molti dei suoi vecchi, ora non ricordo i titoli, ma .. è cmq, BRAVISSIMA, !!!! fidati la Maraini è una GARANZIA!!!
Bellissima recensione!!!!!
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La tua rece mi piace moltissimo ma temo sia troppo duro!