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Chiara inconsueto
Nell’ambito di una più approfondita conoscenza dello scrittore Piero Chiara vado cercando ogni suo libro e così mi sono imbattuto in questo volumetto, edito dalla Se, in cui sono confluiti 22 racconti del tutto inediti. In verità, a voler essere precisi, senza necessariamente essere pignoli, più che di racconti si tratta di articoli di varia tematica apparsi su quotidiani e periodici di vario genere in un arco di tempo che va dal 1948 al 1997, e quindi con alcuni postumi, essendo venuto a mancare l’autore il 31 dicembre 1986.
Sebbene la capacità affabulatoria di Chiara si manifesti anche in questa circostanza, tuttavia siamo assai lontani dalla narrativa ironica a cui ci ha abituato.
Il fatto che si tratti di articoli, in cui magari si parla del Lago Maggiore, ieri e oggi, oppure dei mesi dell’anno, fa venir meno quei personaggi del piccolo mondo della provincia che, benchè spesso sconosciuti, hanno lasciato, grazie allo scrittore luinese, una traccia indelebile, come per esempio Anselmo Bordigoni (Il balordo) oppure Emerenziano Paronzini (La spartizione).
Per lo più in queste prose si riscontra una serietà di esposizione, una minor partecipazione dell’autore, insomma un distacco, che
senza togliere nulla alla valenza dell’articolo, fa pensare a un mutamento del carattere di Chiara, ora più asettico, professionale come può essere un autore che si stacca dalla sua consueta produzione per parlare di tutt’altro.
In verità, Roncoroni, curatore della raccolta, nella ricerca di questi testi si è imbattuto anche in qualche vero e proprio racconto e ciò costituisce un pregio, se non il pregio maggiore, di questo volume.
Così con I cavalieri della stecca, una dissertazione sul gioco del biliardo, ritroviamo il Chiara frequentatore di bar, con i personaggi del tutto particolari che li frequentano; e sebbene più articolo che racconto, in L’espettorazione emerge, palpabile, quell’ironia a cui ci ha sempre abituato, ironia che ritroviamo anche in Il miracolo, storia tipica di paese, nonché in La ragazza e il grande Barzola, tutto giocato su un errore di identità, ma con risvolti anche erotici.
Mi ha meno convinto Anita casalinga gelosa, una breve biografia di Ana Maria de Jesus Ribeiro da Silva, meglio conosciuta come Anita Garibaldi, perché si alternano notizie sicuramente vere ad altre del tutto inattendibili, come il fatto che fosse morta strangolata , sulla base del rapporto del Commissario Pontificio di Bologna, pronto a inventarsi qualsiasi corbelleria pur di screditare Garibaldi. A onor del vero, Chiara sembra piuttosto scettico al riguardo, ma non è che approfondisca, anche perché in lui si risveglia l’istinto della trasgressione che nell’Eroe dei due mondi trova terreno fertile, considerata la sua attitudine a innamorarsi facilmente e a ingravidare le donne che frequentava.
Secondo me, questo excursus storico era meritevole di più ampia trattazione, che invece risulta affrettata, quasi che al tema della gelosia, giustificata, di Anita, Chiara preferisse l’attività di cornificatore del marito.
Il verde della tua veste, che dà il titolo all’intera raccolta, è invece una dissertazione sulla Valtellina, piacevole, lieve, e in cui brevemente compare un personaggio femminile che sarà poi protagonista di un altro riuscito racconto pubblicato in altra raccolta.
Nel complesso il libro si legge e non di rado con interesse, sempre sorretto dallo stile ineguagliabile dello scrittore.
Pur con le riserve che ho dianzi espresso mi sento di consigliare la lettura, senz’altro gradevole.