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Un ...diabolico Camilleri
“Scoperto l’anello mancante tra l’uomo e il libro : la Libellula”. Così recita la pubblicità mondadoriana di una nuova collana di libri, agili, di lettura non troppo impegnativa, di prezzo contenuto. Sono brevi storie (tra le prime pubblicate vi sono opere di Raffaele La Capria e Chiara Gamberale), lievi come rapidi battiti di ali ma nello stesso tempo sorprendenti e incisive. Nella collana, ecco un’opera di un grande scrittore siciliano, quel Camilleri più noto come magistrale gestore del commissario Montalbano: qui il maestro si offre alla nostra insaziabile sete di lettura con 33 brevi racconti, che lasciano sorpresi per i colpi di scena finali che suppongono, come appunto dice esplicitamente il titolo, un intervento diabolico ( non può essere che il diavolo, sembra suggerirci ironicamente tra le righe Camilleri), che si premura di fare nello stesso tempo pentole e coperchi . Gli accadimenti sono i più vari, raccontati con inesauribile fantasia e profonda conoscenza dell’animo umano : si va dalla buffa disputa tra due eminenti filosofi alle incomprensioni tra nipote e nonna culminate in una finta vincita alla lotteria, dalle bassezze cui si deve ricorre per ottenere una cattedra universitaria all’odio implacabile tra due impiegati per far carriera in ufficio, dalla figuraccia di un potente manager durante un consiglio d’amministrazione ad una variegata serie di storie in cui mariti e mogli si cornificano vicendevolmente con esiti che sembrano rimandare a famosi colpi di scena della commedia buffa dell’arte. In tutte le storie, c’è lo zampino del diavolo, che Camilleri sottintende strizzandoci l’occhio. Mentre invece, ci suggerisce ancora con l’aria paterna e consapevole del maestro a ingenui e sprovveduti scolaretti, è solo la nostra dabbenaggine ( leggi anche : stupidità, ignoranza, inesperienza) che ci infila in episodi incresciosi dall’esito a volte drammatico. Quindi niente santi se le cose si illuminano improvvisamente a nostro favore e, soprattutto, niente zampini di diavolo se le disgrazie sono alle porte : i sant’Antonio e i Satanassi sono profondamente radicati nell’animo popolare, ma vanno esorcizzati con spirito critico e buon senso. La scrittura è come al solito elegante, precisa e concreta; non c’è spazio per riflessioni moralistiche né per narcisismi letterari. Le storie sono lì, nude e crude : la lettura è piacevole ed è molto utile per riflettere sulle umane miserie, che Camilleri condisce abbondantemente con il sale della sua ironia.
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