Dettagli Recensione
Il lato oscuro di ogni madre
Elena Ferrante ci ha abituati a una narrazione sofferta, difficile, spesso ostica. Non vuole parlare dei buoni sentimenti, delle frivole preoccupazioni del vivere quotidiano. E quando parla delle vite dei suoi protagonisti, lo fa sempre con l'intenzione di scoprire che cosa si nasconde dietro l'apparenza. Le donne di Elena Ferrante sono forti, dure, poco materne. Dietro di loro, aleggia il fantasma di una madre diversa, contrastante con l'ideale di dolcezza che normalmente associamo a questa parola. Leda, la protagonista di questo romanzo, non è da meno. Madre e moglie, improvvisamente si scopre disinteressata al destino dei suoi figli, non avverte quel senso di angoscia che normalmente assale il genitore all'atto di separazione dalla prole. Predilige se stessa, la carriera, la tranquillità. Sarà proprio l'incontro con una giovane mamma e la piccola figlia in villeggiatura sulla medesima spiaggia a risvegliare in Leda quella dicotomica visione di spirito e carne, ideali e necessità fisiche che spingeranno la protagonista a un gesto sciocco, eppure risolutivo.
Ancora una volta è la donna al centro dell'indagine della misteriosa Ferrante. Si potrebbe accusare la scrittrice di ripetitività, ma vorrei spezzare una lancia in suo favore. Le situazioni, i luoghi e le condizioni in cui queste donne si trovano a vivere sono sempre differenti, come diverso è l'occhio che le scandaglia. In questo romanzo affiora principalmente la figura irrisolta della moglie/madre e la fragilità con cui una vita ormai vissuta appieno può essere ridiscussa.
Assolutamente da leggere.