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Tre storie per un'Italia migliore
Tre scrittori, tre figure di giudici indimenticabili, che resteranno impresse in modo indelebile nei nostri cuori e nelle nostre coscienze. Camilleri, da par suo, tratteggia la figura di un giudice piemontese integerrimo e nello stesso tempo ingenuo, inviato da Torino a Montelusa agli albori dell’unità d’Italia, ignaro dei comportamenti mafiosi nell’isola e delle loro conseguenze : rischia l’eliminazione fisica ma riesce con il suo “tirar diritto” senza compromessi e cedimenti a resistere ed a vincere in modo esemplare ed a testa alta la sua battaglia sul territorio costringendo la “Fratellanza locale” ( il nome “Maffia” arriverà anni dopo) a fare un passo indietro. De Cataldo ci narra la vicenda quasi favolistica di una ragazzina giudice, costretta a cimentarsi con servzi segreti deviati nell’Italia degli anni Settanta : la vicenda è appassionante, tra continui colpi di scena, nel corso dei quali il giovane magistrato darà prova di abilità e sangue freddo, riuscendo a mettere nel sacco i cosiddetti poteri forti . Il racconto termina con la visione del tragico attentato alla stazione di Bologna : “…un boato si schiantò fortissimo nell’aria immobile di agosto….. e videro una colonna di fumo che si alzava,gonfia e nera,là dove c’era la stazione…”. Infine , nel terzo racconto Lucarelli delinea la tragica e ahimè attuale figura del politicante arruffone e spregiudicato : un sindaco senza scrupoli, che antepone in modo smaccato e arrogante i propri interessi a quelli del Comune amministrato, riuscendo perfino (udite, udite !) a conquistare il favore popolare. Ma di fronte ha un procuratore onesto e capace, suo vecchio compagno di scuola, che farà di tutto per ostacolare le sue losche iniziative.
Tre giudici, tre personaggi ancora attuali, tre storie emblematiche di un certo modo di fare giustizia, da citare ad esempio. Ecco un testo, ad esempio, da far leggere nelle Scuole superiori, da proporre per commenti e giudizi, da utilizzare come spunto per temi o ricerche, anche sulla Storia d’Italia, soprattutto recente. I tre racconti si leggono d’un fiato ; lasciano un po’ d’amaro in bocca, anche se servono per farci riflettere sulle magagne perenni del nostro Paese e per farci credere (o sperare) in un futuro migliore.