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Appunti di vita di un genovese crudele.
Durante alcune memorabili interviste, Paolo Villaggio ha risposto che il segreto celato dietro alla "maschera" plautina di Fantozzi è l'odio.
Il grande artista genovese non ha mai negato di invidiare i suoi colleghi,di esultare alla morte dei suoi coetanei e, soprattutto, di essere afflitto da un'invidia mostruosa.
Io adoro il lato genialmente ferino di Villaggio.
Fantozzi, in realtà una parodia di tutti noi, è cresciuto alla corte di prodromi illustri come Marcovaldo e, con soave levità, si è innalzato a sfere che hanno preceduto di molto Pennac.
Alle spalle del ragioniere, che qui è composto in una silloge delle sue più tragiche peripezie, sta Paolo Villaggio.
Il genovese classico: crudelissimo verso il mondo esterno e, contemporaneamente, dotato di una sensibilità melanconica iridescente.
Quando arrivai in Italia mi dissero che, per ridere, potevo imparare meglio questa lingua vomitevolmente difficile sfogliando alcuni vecchi libercoli da poco.
Erano i libri del ragionier Ugo Fantozzi.
Be', oggi non smetto di rileggerli.
Anche perché sono scritti veramente bene.
Che tristezza i libri scritti dai comici di oggi.
Paolo Villaggio non s'improvvisava: e ancora oggi il suo stile risulta inconfondibile.
Nonostante la lingua cartonata dell'autore e, diciamolo, la sua palese, evidente, terrificante sete inesausta di denaro.
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