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Il capitano Achab però non c'è
Sabrina Campolongo, giovane autrice milanese, fa il suo esordio letterario con questa raccolta di racconti che parlano di amore, un amore non vissuto però, una sorta di inconsapevole attrazione che muove i personaggi, essenzialmente femminili, fatta eccezione per Michelino, un bambino in preda a un’infatuazione tipicamente infantile.Il tema non era certo facile, perché è meno arduo scrivere di qualche cosa di cui il personaggio è cosciente; e invece ci troviamo di fronte a quelle sensazioni non facilmente descrivibili che potremmo definire più proprie dell’innamoramento.La mano leggera della Campolongo riesce a trasmettere questa sorta di momento psicologico con lo svolgimento delle trame, i cui attori interpretano di volta in volta diverse tipologie dell’essere umano, passando dalla modella insoddisfatta all’anziana prostituta ormai rassegnata.Personalmente, fra i sette racconti le mie preferenze vanno a:Nora Nora Nora, una storia di emarginazione sociale, in cui la dimensione dello squallore viene mitigata da un affetto quasi materno della prostituta Nora per Samuele, un ragazzo anche lui segnato irrimediabilmente dalla vita;Lei deve essere Erica, in cui questo innamoramento lascia spazio a tante possibili soluzioni, non esclusa quella di un’infanzia che mai ritornerà;Le mani delle sante, dove il personaggio del bimbo Michelino riesce ad avere tutta l’innocenza della sua età di fronte a un turbamento di cui non riesce ancora a trovare una spiegazione logica.Lo stile non è involuto, anzi è funzionale al ritmo, volutamente calmo, della narrazione e contribuisce alla piacevole lettura di questa raccolta.Quello di Sabrina Campolongo è quindi un esordio positivo e ora è naturale attendersi da lei una conferma, magari con un romanzo.
Prova d'esordio nel complesso riuscita, un buon viatico per il futuro.