La rabbia e l'orgoglio La rabbia e l'orgoglio

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Belmi Opinione inserita da Belmi    09 Aprile, 2020
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Una predica

Oriana Fallaci è a New York e sente dentro di sé una sensazione strana, prende il telecomando e accende la televisione e quello che vede le scatena una rabbia dentro che solo un foglio e una penna possono provare a stemperare.

L'America ha subito un attentato terroristico, siamo nel 2001 e dopo dieci anni la “fiorentina” non può più restare in silenzio.

Viene contattata dal Corriere della sera che le chiede un articolo, la sua rabbia è troppa e l'articolo verrà ridotto molto, ma come lei stessa ha detto “un urlo non si può pubblicare in due tempi”, all'articolo infatti seguirà la pubblicazione del testo integrale ovvero questo libro.

Ho letto altri libri della Fallaci, questo è davvero molto tosto, tutta la rabbia e l'orgoglio sono portati ai massimi livelli. È una donna arrabbiata perché “la gente è sorda” e con questo testo cerca di dare il suo contributo, la sua sveglia.

Non voglio entrare nel merito del libro, posso solo dire che il testo trasuda davvero tanta rabbia e se su alcune cose mi lascia un po' pensierosa, altre mi trovo a condividerle. Quello che si può dire dell'autrice è che è sempre stata una donna in prima linea e che non ha mai avuto paura di esternare le sue opinioni, questo ce lo dimostra anche il finale del libro:

“Stop. Quello che avevo da dire l'ho detto. La rabbia e l'orgoglio me l'hanno ordinato. La coscienza è pulita e l'età me l'hanno consentito. Ora basta. Punto e basta.”

Forte, diretto ed estremo.

Buona lettura!

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MCF Opinione inserita da MCF    05 Ottobre, 2016
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Soprattutto l'orgoglio

Ho letto con grande interesse questo libro in cui Oriana Fallaci esorta gli occidentali a combattere gli arabi prima che ci distruggano completamente e a sciogliere la comunità europea che giudica inefficace. Non sono del tutto d’accordo con quanto asserisce però, e vorrei spendere due parole in difesa di noi europei che giudica stupidi e inetti: come inviata, la Fallaci si è confrontata con leader politici e situazioni diverse; ciò le ha permesso di avere una visione completa e distaccata di quanto accade. Mentre noi, immersi nella nostra realtà condizionata dai media, giudichiamo con grande parzialità i nostri nemici, combattuti tra la pietà e la paura. Quanto all’Unione Europea che attacca così duramente, è nata in un periodo storico difficilissimo per unire le forze e rapportarsi agli Stati Uniti con pari potere contrattuale; deve amalgamare culture differenti, economie diverse, oltretutto in crisi, fronteggiare problemi di guerra e di corruzione; avrà bisogno di anni per raggiungere dei risultati in termini di equilibrio e coesione. Quando si era trattato di unire tutti i popoli sotto il Sacro Romano Impero, era stata imposta la religione cattolica per uniformare la mentalità degli stati membri; oggi si è curato più l’aspetto formale, senza invadere la sfera ideologica. Sono d’accordo quando critica la predominanza dei Paesi più forti all’interno dell’Unione Europea; ma è la legge del branco: guida chi è più forte, nel bene o nel male. E sono d’accordo quando deplora la mancanza di patriottismo degli italiani; il nostro purtroppo è un popolo che è sempre stato asservito dai Paesi confinanti; ed è quindi abituato a scodinzolare davanti al potere per sopravvivere. Quello che ammiro della Fallaci, oltre al coraggio e all’intelligenza, è l’autostima; una considerazione di sé così alta è un ottimo supporto. Chi ce l’ha è già a metà dell’opera.

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Sydbar Opinione inserita da Sydbar    16 Gennaio, 2016
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Io amo l'Occidente

Eh si, la Fallaci o la si ama o la odia...
Cara Oriana, profeta dei nostri tempi, chissà cosa penseresti oggi, anche se l'11 settembre 2001 non credo ti abbia delusa...
Il libro è la versione estesa dell'articolo apparso sul quotidiano Il Corriere della Sera il 29 settembre 2001 in seguito all'attacco alle Torri Gemelle.
In quest'opera l'autrice spara davvero a zero su tutto e tutti, con grande amarezza posso solo dire che in parte, ma una parte quasi totale, ci ha preso in pieno.
Una carrellata di incontri con dittatori e culture di tutto il mondo, esperienze che la hanno seppur interessata, sicuramente terrorizzata, gli estremisti islamici, i politici italiani, le "cicale" di tutto il mondo, sono stati i protagonisti di quest'opera in negativo, gente che a convenienza la ha osannata e subito dopo accusata di razzismo, mi chiedo se questa gente sa cosa significhi razzismo, e crede di poter fare lezioni in merito a chi ha lottato con la resistenza in Italia ai tempi della Seconda Guerra Mondiale.
Quanta rabbia hai accumulato nella tua vita ed ora è arrivato il momento di dare sfogo a tutto questo accumulo di rospi da ingoiare e anche se ti ho trovata estrema posso dire che non hai tutti i torti, anzi direi proprio di no.
Se il lettore si aspetta tanta sincerità da un giornalista bene questo è il libro che fa per voi, essenzialmente diretto, mai mediato, un'autrice che racconta rabbiosamente molte verità profetiche, come l'invasione islamica di un Occidente senza anima e identità, ormai annoiato che si specchia su se stesso senza vedere arrivare l'ombra ingombrante di una situazione economica, politica e religiosa che si sta facendo strada senza che l'Ocidente se ne accorga.
Una pietra miliare tra le opere della Fallaci, che avrà fatto storcere il naso a molti ma che purtroppo racconta già dal 2001 la realtà che stiamo vivendo oggi.
Il suo consiglio è SVEGLIA ITALIA E SVEGLIA OCCIDENTE.
Buona lettura a tutti.
Il Syd

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silvia71 Opinione inserita da silvia71    07 Giugno, 2015
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Quella mattina a New York

“La rabbia e l'orgoglio” nasce come un articolo per essere pubblicato su Il corriere della Sera nel 2001, dopo la giornata nera dell'undici settembre.

Il pezzo giornalistico che nasce dalla penna della Fallaci, diventa un fiume in piena, un monologo acceso e senza veli contro tutto ciò è sotteso all'attacco terroristico più eclatante e bieco della storia moderna.
Si percepisce un'Oriana fortemente scossa, pur essendo una donna con un bagaglio di esperienze sulle spalle, accumulate nel corso di una vita trascorsa in zone calde del mondo.
La voce della Fallaci appare inizialmente stanca e delusa per poi caricarsi a distanza di poche pagine di rabbia, amarezza e rammarico per i compromessi e gli errori di politica nazionale ed internazionale di cui non condivide le scelte.
La bandiera che tiene alta è quella dell'amore e della difesa per la cultura occidentale, senza risparmiare accuse mirate alla classe politica di casa nostra ed alla Chiesa per la debolezza dimostrata e la mancanza di convinzione nella difesa e valorizzazione della nostra millenaria identità.

Si concreta come uno scritto crudo e diretto, a tratti eccessivo, dove appare una Fallaci diversa da quella conosciuta attraverso tutti i suoi lavori precedenti.
Forse troppa enfasi, seppure giustificata dai tragici eventi, forse troppo urlate queste pagine, pur riconoscendo all'autrice estrema chiarezza nei contenuti trattati e l'importanza indiscussa di tutte le citazioni riportate.
Non la migliore Oriana, tuttavia una lettura d'effetto per ricordare l'11 settembre 2001 e poter riascoltare la voce di una scrittrice memorabile.

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»мσяgαиα« Opinione inserita da »мσяgαиα«    07 Febbraio, 2015
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La rabbia che rompe il silenzio

Conoscevo Oriana Fallaci per i suoi libri "Se il sole muore" e "Lettera a un bambino mai nato", peraltro mai letti seppur lì sullo scaffale della libreria di casa, e per sentito dire. Lessi il suo articolo giusto quando venne pubblicato, per un lavoro con la scuola che portammo avanti per tutto l'anno scolastico. Un articolo che non è altro che un estratto di uno sfogo più ampio, non iniziato bensì scoppiato con l'attentato al World Trade Center, capace di "animare" anche una persona tranquilla come me.

Il pomeriggio di quell'11 settembre me lo ricordo bene. Me ne stavo in camera a fare zapping tra i canali radio dello stereo - che è ormai passato a miglior vita - cercando chissà quale nuova hit quando, non ricordo la stazione, sentii le voci di quelli che mi parevano essere la Gialappa's commentare qualcosa su di un aereo dirottato che aveva colpito una delle Torri Gemelle. La prima cosa che pensai fu che dovevano aver rilasciato un qualche trailer di una pellicola cinematografica.. a quindici anni non vai mica a pensare ad un atto terroristico. Lo vedi solo nei film. Eppure, accendendo la televisione, il secondo aereo l'ho visto in tempo reale infilarsi dritto, dritto, nella seconda torre. Le ho viste crollare. Se questo era riuscito a scuotermi, a chilometri e chilometri di distanza, non oso immaginare - e nemmeno posso capire - cosa sia stato per gli americani e per tutti coloro che si trovavano a Manhattan.

"Ma vi sono momenti, nella Vita, in cui tacere diventa una colpa
e parlare diventa un obbligo. Un dovere civile, una sfida morale, un imperativo categorico al quale non ci si può sottrarre."

Non è semplice scrivere una recensione su di un libricino come questo e, non lo nego, sono stata in dubbio se farla o meno. Come molti di voi sanno, per aver letto in prima persona o sentito dire, lo stile e la schiettezza della Fallaci - con cui ha sempre espresso le proprie opinioni - la si può amare o odiare. Ho letto diversi commenti in rete riguardanti a quest'opera e sinceramente non ho visto né una persona razzista né, tanto mento, qualcuno che si erge a totale difesa dell'America. L'autrice scrive al direttore della testata giornalista, scrive di getto con una lucidità ed una capacità di far arrivare sensazioni e nozioni che non è da tutti, e ne ha per tutti: politici, italiani, europei, capi di stato.. non si salva nessuno. Un libro dai toni forti che portano il lettore a riflettere su molti temi che vanno dalla politica alla religione, dal patriottismo alla storia della nostra - e non solo - civiltà, sino al patrimonio culturale al quale - e mi dispiace molto dirlo - non diamo il rispetto che merita.

Consiglio questa lettura senza alcuna esitazione, lasciando che siano i vari lettori a trarne le loro personalissime conclusioni e opinioni in merito. Come detto, non è così semplice stendere una recensione senza entrare troppo nel "vivo" dell'opera.

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roi106 Opinione inserita da roi106    04 Ottobre, 2011
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Peccato

Lo stile di Oriana Fallaci è indiscutibile.
Purtroppo in questo lavoro risulta offuscato.
Le motivazioni le attribuisco al troppo dolore provato per il disastro dell'11 settembre. Ne risente quindi un po' lo stile ma troppo il contenuto. Troppi luoghi comuni ed un eccessivo americanismo difeso fino all'eccesso. Impegnata a difendere l'america ferita dall'attentato anche su punti indifendibili.
Insomma... uno sfogo incontrollato!
Peccato!

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Pelizzari Opinione inserita da Pelizzari    04 Ottobre, 2011
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Una cascata d'acqua

Letto a caldo, nel 2001, dopo il suo articolo "bomba" uscito sui giornali. Riletto in questi giorni, a 10 anni di distanza dall'11 settembre. Per ripensare a quell'11 settembre, col senno di poi. Un piccolo libro, spettacolare, per la grinta di una donna, che, seppure molto sola, aveva la forza di guardare in faccia, e a testa alta, chiunque al mondo, davvero chiunque. Una donna eccezionale, che in questo libro mette tutta se stessa, tutta la propria passione, il suo grido, la sua rabbia per una società in cui non crede più, ma in cui spera sempre e in cui non ha mai smesso di sperare. Ha rotto il suo silenzio per gridare, e non lo avrebbe fatto se non avesse creduto che, anche se il suo era "solo" un singolo grido, non potesse scuotere le coscienze collettive. Una scrittura splendida, viva, graffiante, come in tutte le sue opere. In questa, i contenuti sono ancora più toccanti e ho amato ancora di più questo libro la seconda volta che l'ho letto. Forse perchè contiene profonde riflessioni anche sulla situazione politica italiana di 10 anni fa, con commenti sui personaggi che allora si erano appena affacciati, che in questi anni ci hanno rovinati e che ora si sono completamente insediati, tanto da non riuscire quasi più ad allontanarli. Mi sono chiesta cosa commenterebbe Oriana, oggi, la situazione politica in cui siamo andati a finire. Riletto oggi, questo libro mi ha fatto riflettere ancora di più sul nostro mondo, su quello che ognuno di noi può fare per cambiarlo, per rendere onore a chi prima di noi si è battuto e sacrificato, con orgoglio e un grande coraggio, perchè noi avessimo oggi quello che abbiamo.

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Debs Opinione inserita da Debs    29 Ottobre, 2010
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un fantastico pathos...

Indipendentemente dal partito in cui si milita, indipendentemente dall'odio o dall'ammirazione per la Fallaci questo saggio è di sicuro da premiare per l'energia, l'emozione e la forza con cui la Fallaci esprime il disdegno a seguito del tragico evento delle Torri Gemelle. L'indagine perpetrata non si può certo definire scevia di soggettività, tutt'altro. La Fallaci mostra quello che è il suo punto di vista, ricercando forse talvolta prove e discussioni tendenziose, ma perchè accusarla?La libertà di stampa nel XXI secolo non dovrebbe creare scalpore; eppure questo libro è stato al centro della polemica, accusato di antisemitismo, istigazione al razzismo e inneggiamento alla violenza in risposta al terrorismo. Eppure quando Micheal Moore con il suo Fahreneit 9/11 non aveva subito cosi tanti attacchi....A mio parere, come lo stesso titolo enuncia, il libro è uno sfogo, uno sfogo che spinge la Fallaci a rompere un lungo silenzio e a tracciare alcune verità celate e invita ad accorarci ad una vorace rabbia.

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gio gio 2 Opinione inserita da gio gio 2    29 Ottobre, 2010
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l'11 settembre rompe il silenzio!

"Vi sono momenti, nella Vita, in cui tacere diventa una colpa e parlare diventa un obbligo.Un dovere civile,una sfida morale,un imperativo categorico al quale non ci si puo' sottrarre." L'11 settembre del 2001,tragedia delle Torri gemelle di New York,strage in cui persero la via milioni di persone,e cosi nella sua casa dove,non lontana dalla strage dove e' ritirata in esilio,in selinzio...ormai da dieci anni.Questa grande giornalista inviata di guerra e scrittrice,coraggiosa e determinata,riprende voce,riprende ad urlare con rabbia,spietatezza,senza mezzi termini con il suo stile innato,per certi vesri aggressivo e il suo inconfondibile orgoglio di donna o per meglio dire di "persona",come citava nel suo famoso libro "Lettera a un bambino mai nato":...e' una parola stupena la parola persona(...) non pone limiti tra chi ha la coda e chi non ce l'ha."Nel suo silenzio rotto narra le origini del terrorismo islamico descrivendone una netta REALTA',a molti,ai piu' sconosciuta.Insieme ne esce anche il quadro della sua vita,della sua scelte,delle sue esperienze,dei tempi duri di una guerra che, nella sua infanzia ha masticato, professionalmente e insieme moralmente ha sempre inseguito,per capirne e spiegarne la ragioni al mondo. Getta uno sguardo feroce su di noi, ci porta a riflettere,su realta' a volte scomode per tutti...Un libro che ha subito milioni di critiche,che ha creato un vero e proprio movimento di discussioni,che ha smosso l'animo a me stessa e molti altri lettori, aprendoci gli occhi su moltissime realta'.Un inno al patriottismo di un America molto diversa dalla nostra pigra Italia,da questo emergono i motivi della suo esilio negli Stati Uniti,a Manhattan.Una grande idealista,uno dei ricordi piu' incisivi che ci ha lasciato.Ancora grazie Oriana.

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paolodal Opinione inserita da paolodal    20 Luglio, 2010
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sentimenti rubati

Il tema del libro riguarda i cambiamenti anche culturali avvenuti dopo l'11 settembre 2001. E' il giorno in cui la grande democrazia occidentale, accogliente e generosa, perde la sua verginita' a seguito di una violenza, e si accorge che forse da ora in poi, nel mondo, con certi soggetti in giro, bisognerebbe avere un po' piu' di attenzione. Naturalmente continuano a vociare quelle che Oriana con bella metafora chiama le cicale di lusso; i progressisti da salotto che vivono fuori dalla realta', una realta' che cambia con loro grande indignazione. Vittime dell'ideologia dell'accoglienza integralista, legati a valori di cinquant'anni fa che forse andrebbero ricollocati, pronti a denigrare la cultura di casa loro a favore di fughe esotiche un po' sfigate, pronti ad additare al pubblico ludibrio chiunque faccia loro notare che, forse, le cose non stanno piu' come negli anni '60.
L'11 settembre 2001 ero negli Stati Uniti, a Los Angeles. Dopo lo spavento di quel giorno, in cui tutti gli americani, stretti attorno al loro Presidente condividendone o meno le idee, stettero a casa, il giorno dopo partii per San Francisco. Quel giorno fu un esplodere di orgoglio e di bandiere, ovunque. Lungo una superstrada passai sotto ad un ponte, sul quale, mostrandosi a noi e al flusso di auto, stava un anziano Americano in piedi, con lo sguardo fiero e triste. Capelli bianchi lunghi, camicia a quadri, jeans e stivaloni di cuoio. Teneva una bandiera americana grande, appoggiata alla fibbia della cintura. Sembrava dire: ''noi questo paese l'abbiamo costruito con grandi sacrifici, e l'abbiamo voluto libero, in grado di dare una possibilita' a chiunque. Voi questa possibilita' l'avete usata per distruggere, ma ci difenderemo.'' La rabbia e l'orgoglio. Peccato che a noi italiani non sia dato di provare questo genere di sentimenti..... Grazie Oriana, eroina di un nuovo Risorgimento che dubito arrivera'.

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Novilunio Opinione inserita da Novilunio    10 Agosto, 2008
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MAZZATE!

L'ho sempre detto, dalla prima pagina: questo libro elargisce senza mezzi termini e senza alcuna pietà mazzate nei denti e fa pure male per certi versi, male a chi non la pensa alla stessa maniera e male a chi si sente impotente davanti alla nuda verità esposta. Un libro inoppugnabile, solo un sordo ed un cieco potrebbero addurre qualche lamentela. Feroce nello stile, decisamente rabbioso, privo di qualsiasi forma di diplomazia, volutamente diretto, lucidamente sferzante. Un invito a riflettere, a valutare e a pensare a se stessi in qualche occasione. Grande Oriana per il coraggio che al tempo ha avuto nel pubblicare un libro scomodo e graffiante, amaro e lapidario.

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... molto. Necessita un bagaglio conoscitivo per valutare la veridicità delle parole di Oriana.
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enrico78 Opinione inserita da enrico78    04 Mag, 2007
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Uno sfogo rabbioso ma poco leggibile

Spiace scrivere questo breve commento sull'opera di un'autrice scomparsa da poco. Il libro esprime una rabbia eccessiva, tanto che ne risente lo stile e la capacità argomentativa. Alcuni luoghi comuni sono imbarazzanti

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