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Web e malavita: il confine è sempre più liquido
In una modernità basata su interconnessione e metatecnologia, le mafie dei giorni nostri ricoprono un ruolo tutt'altro che marginale rispetto alla comunità civile "perbene": da 'fucili e bombe' e vecchie e polverose bische clandestine, i 'fornitori di protezione e risolutori di problemi' si sono evoluti 'nel loro incessante processo di adattamento alla mutevolezza dei contesti' socio-economici, superando così il confine tra reale, virtuale e digitale anche grazie a uno 'Stato troppo spesso impotente e/o vulnerabile' e a legislazioni internazionali disomogenee.
E' una scrittura scorrevole e mai troppo tecnica, ormai consuetudine per chi mastica abitualmente i testi del magistrato reggino e del saggista esperto di 'ndrangheta, ad aprirci una nuova porta di conoscenza circa cybersecurity, criptovalute, dark web, telefonini crittografati, "mining", speculazioni ad alto rendimento, NFT, droghe con sigle pseudo-chimiche, stimolazione dopaminica, Metaverso, machine learning, post-fordismo e social media come grande strumento di autoaffermazione e propaganda.
Consapevolezza, contributo (f)attivo, attenzione, etica e sostenibilità sono concetti che si intrecciano condensandosi nella parte finale, dedicata al compito delle forze dell'ordine di "intercettare i pizzini del Terzo Millennio': un dovere, tuttavia, che passa anche attraverso ognuno di noi.
Quel 'noi' fatto di mentalità, di resilienza, di visione grandangolare e di compromesso che soddisfi tecnologia, ambiente e uomo.
Perché l'opinione pubblica non sia direzionata e manovrata;
perché 'la storia ci ha dimostrato che, quando la società si unisce per affrontare minacce comuni, può ottenere risultati straordinari';
perché 'il futuro dipende da ciò che decidiamo di fare oggi'.
Indicazioni utili
"Fuori dai confini", entrambi degli stessi autori.