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A ciascuno il suo
Affare, caso politico, pasticciaccio avrebbe detto qualcuno, difficile comunque essere così lucidi dopo appena tre mesi dagli eventi. Sarà stato il ritorno delle lucciole a illuminare Sciascia in quel di Racalmuto nell'agosto del '78? Far riaffiorare alla memoria il labirintico Borges e lo spietato analista Pasolini ha concorso sicuramente a creare la giusta cornice per questa altrettanto lucida analisi: degli eventi, dei comportamenti ma soprattutto delle parole dette nel non detto di questo lurido affaraccio. Analizzare le parole delle lettere di Moro, soprattutto, permette a Sciascia di capirne il significato più profondo, l'unico possibile, quello che rimanda alla famiglia traditrice, alla famiglia silente, alla famiglia che disconosce Beccaria, la Costituzione, il valore della lealtà. Laddove famiglia significa solo DC. Emerge la tragicità della figura di un uomo, elevato dal rango di studioso a quello di politico per giungere all'apoteosi sacrificale del grande statista consegnato all'opinione pubblica dai mass media che altro non fanno che riflettere senza alcun filtro l'idea di un uomo che l'assenza di potere ha immolato all'altare del potere. Il problema di fondo rimane: chi esercita il potere in Italia? Politici, brigatisti, mafia? A voi la scelta.
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