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Invisibilità
Caroline Criado Perez con il suo saggio intitolato “Invisbili” offre al pubblico un titolo che scuote e invita a focalizzare la propria attenzione su un mondo incentrato e costruito sulla prospettiva maschile tanto da risultare privo di qualsivoglia dato effettivo e concreto su quel che riguarda la sfera femminile.
L’elaborato ha inizio da una raccolta di dati inerenti alla scomparsa di donne in una determinata dimensione sociale che vengono poi tra loro incrociati e messi in contrapposizione. Da questo assunto iniziano a emergere lacune, assenze, vuoti. Queste mancanze, che non consentono di identificare un quadro completo e che dunque non consentono di avere una prospettiva effettiva di questa dimensione, trovano fondamento in una struttura che da epoche lontane ha una radice patriarcale ben precisa e delineata sull’uomo. Per sua impostazione, dunque naturale, questa è pertanto refrattaria all’inserimento della donna in società. La sua presenza è ammessa esclusivamente per questioni meramente relative all’assistenza famigliare.
Dopo questa prima focalizzazione l’analisi si sposta sui perché ed entra nel vivo del suo essere. Perché questi dati sono assenti? Sono le donne ad aver deciso di essere invisibili e di non esserci o ciò è determinato esclusivamente da meccanismi esterni? Attraverso molteplici fonti ricavate anche dall’Organizzazione Mondiale della sanità, Carolina Criado Perez cerca una risposta. Osserva che spesso sono le stesse donne ad accontentarsi o a decidere di fare un passo indietro in ruoli meno di prestigio perché consapevoli di essere scartate a prescindere dal sistema. Ancora osserva le diseguaglianze dal punto di vista reddituale, sanitario, finanziario, lavorativo e sociale. Analizza il come queste dimensioni siano create e pensate quale veste maschile e quindi inadatta all’altro sesso. Introduce anche degli esempi concreti di realtà all’interno delle quali la donna non riesce a crearsi uno spazio perché ostacolata dalla propria condizione. Il solo essere madre, ad esempio, è considerato quale un lavoro a parte e dunque non coadiuvabile con quello atto a creare sostentamento. Vengono inoltre prese in esame anche le realtà più povere e dove paradossalmente è per la donna più semplice trovare un impiego semplicemente perché le varie sfere della vita riescono ad essere gestite in una soluzione unica, circostanza, questa, non realizzabile nelle realtà più urbanizzate.
“Invisibili” è un titolo che scuote, che incuriosisce e che apre alla riflessione. L’obiettivo dell’autrice è certamente quello di dischiudere una porta su una problematica molto attuale e invitare il lettore e ad aprirsi ad una prospettiva di dialogo e meditazione.
Un componimento sinceramente molto interessante, ben costruito, ben argomentato e ben fondato che merita di essere letto e su cui soffermarsi con apertura mentale.
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