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Reggio Calabria-Siderno: 5 continenti in 104 km
Siamo in Calabria, lungo quel corridoio sbudellato di 491 km che parte dalla città metropolitana di Reggio e fiancheggia la costa jonica fino a Taranto. E' qui, fra centri abitati spesso privi di criteri urbanistici e un mare che nasconde segreti e aneddoti non sempre limpidi come le sue acque, che 'la sindrome che aleggia nella zona' si intreccia a storie di sangue, inabissamenti, traffici di droga e sequestri di persona, soprattutto nel centinaio abbondante di chilometri che separano Reggio Calabria da Siderno a partire dalla seconda guerra di 'ndrangheta, con i 556 miliardi di lire del "Decreto Reggio" e con gli oltre 550 morti tra i De Stefano-Tegano e Antonino "Nano feroce" Imerti.
Fino a divenire un 'abominio statistico di dimensioni internazionali' attraverso direttrici europee e transoceaniche, anche se il cordone ombelicale con il Crimine di Polsi rimaneva, rimane e rimarrà inviolabile e imperituro.
Sullo sfondo di costruzioni cristallizzate agli anni Sessanta, moncherini di pilastri e segnali stradali bucati a pallettoni, inframezzati da aranceti, olivi, mandorli, pini marittimi e colline bianche, si passa dai capannoni e dalla ciminiera di 154 metri della "Liquichimica Biosintesi" di Saline Joniche all'atmosfera letargica di Africo Nuovo e al 'triangolo del potere' di Locri, decisivo nell'omicidio del vicepresidente del Consiglio regionale Francesco Fortugno.
Ma, come già detto, questa è una 'geografia occulta costituita da intrecci, parentele, cognomi ricorrenti [...] che fluiscono sottotraccia per ricomparire [...] dall'altra parte del pianeta': dunque, come non citare i palazzi in stile edoardiano di Hamilton, cittadina canadese inquadrata come snodo strategico al confine con gli Usa, i giri di denaro fra Liechtenstein, Libano, Canton Ticino e Hong Kong, l'acquisto di hashish dai canali bulgari e messicani sfruttando imprenditori incensurati e la schermatura di una fiduciaria maltese, lo scandalo "Lawyer X" che ancora oggi risuona nei palazzi di giustizia australiana e, last but not least, il doppio omicidio nell'anonimo villaggio slovacco di Vel'ka Maca, anche se il groviglio infinito di ramificazioni finirà sempre e comunque per confluire nella Reggio Calabria dello stile liberty, del profilo della Trinacria che si staglia sullo Stretto e del caso Scopelliti: l'uomo che ieri era il sindaco di una città che ospitava Elton John e Zaha Hadid, oggi lascia 170 milioni di euro di debiti nelle casse comunali e domani viene condannato per falso in atto pubblico.
Una cronaca di atti processuali, intercettazioni e riflessioni, accurata, ricca di analessi e con un linguaggio austero che racconta un sostanziale rifiuto dell’ordine a 360 gradi.
Potrei andare avanti parlandovi di un bar alla moda di Milano, delle schede SIM intestate a filantropi americani, di un pomeriggio di Carnevale del 1991 a San Luca, di un sottoscala della Edimburgo vecchia, dei locali della cittadina-satellite di Bruggen e della 'struzzomania', ma risulterebbe un elenco stucchevole e fine a sé stesso.
Preferisco concludere con un input - ossimoro solo all'apparenza - che disattivi questo 'meccanismo di una granata a frammentazione, che esplode in mille schegge a lunga gittata e lacera speranze e reputazioni': siamo a Reggio Calabria, nel Caffè Malavenda. Roberta, l'attuale proprietaria, e il suo master in Biologia Marina a Dublino fanno parte di una storia che merita di essere raccontata. Narrata. Ammirata.
Ma non da me.
Da voi.
'Nei miei momenti più speculativi, a volte, prima di addormentarmi, immagino di tornare a guidare sulla Statale 106. Nell'ora magica subito prima del tramonto il sole taglia l'orizzonte con riflessi di indaco e arancio sulle onde, il vento soffia da nordest e la radio torna a suonare ad alto volume dopo l'ultima interferenza.
La Statale è così bella che sembra quasi pacificata.'
Indicazioni utili
'Alveare' di Giuseppe Catozzella.