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L'ineluttabilità del Sionismo
Mentre io ho impiegato 3 mesi a leggere e studiare “La Mia Terra Promessa”, Ari Shavit ha investito 5 anni della sua vita nella stesura di questo libro.
Shavit, affermato giornalista Israeliano, convinto pacifista e vera voce libera nell’infinito dibattito sulla questione Mediorientale e sul conflitto Israelo-Palestinese, traccia un’appassionata ma disincantata storia della nascita del Sionismo, della fondazione dello stato d’Israele e di tutto ciò che di meraviglioso o di infinitamente tragico ne è scaturito.
Shavit è appassionato nell’esaltare il potere del sogno del popolo ebraico, la forza e la creatività con la quale è nato qualcosa di indescrivibilmente grande, ma è anche spietatamente crudele (ma obiettivo) nel condannare le colpe e gli errori commessi in Palestina.
Se da un lato si esce da questa lettura con la consapevolezza che il Sionismo non poteva che nascere in seno ad un popolo perennemente perseguitato in tutto il mondo, dall’altro non si può ignorare la “Catastrofe” caduta sul capo del popolo Palestinese.
Ari Shavit non si limita però ad osservare, non ha paura di puntare il dito sugli errori commessi dalla sua stessa patria ed avanza le ipotesi che, a suo avviso, potrebbero lentamente riavvicinare le parti.
“La Mia Terra Promessa” è uno splendido, tragico, doloroso e travolgente affresco della vicenda del più straordinario popolo del nostro pianeta.
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