Dettagli Recensione
Mutatis mutandis...
Copertina nera, al centro, piccolo, il nostro pianeta, sospeso. Uno spazio fisico ridotto per contrasto a quello della realtà aumentata che la rivoluzione tecnologica ha prodotto e che noi stiamo vivendo, forse subendo, sicuramente producendo in una spirale auto-generativa la quale avviluppa il tutto, il reale e il virtuale, in una commistione dall'indubbia identità ibrida.
Rivoluzione la cui portata non è certo chiara nei suoi esiti finali, ammesso che una fine abbia, e che sarà destinata a evolversi in un indefinito che non è possibile immaginare. Detrattori, pare dirci Baricco, fatevi avanti, spendete il vostro lume per argomentare le nefandezze prodotte da tale cambiamento e vi ritroverete arresi nel constatare che ciò in cui siamo attualmente invischiati, altro non è che il puro e semplice prodotto del genio umano.
Con fare sommesso, ammiccando al lettore, pazientemente l'autore ci prende per mano e ci conduce in un confortevole viaggio partendo dalla tesi che domina ogni assunto: la modalità gioco, tipica dei primi videogiochi è il linguaggio specifico sul quale è stato costruito tutto quello che gravita oggi intorno a noi. Il viaggio, inizialmente, nella sua prospettiva rigorosamente cronologica, appassiona e incuriosisce in maniera proporzionale all'età che si ha: più ci avvicina a quella dell'autore, più ci sente coinvolti; di contro neanche il più giovane si sente abbandonato, perché il tono colloquiale e il registro medio lo fanno sentire degno destinatario. Per facilitare ulteriormente la comprensione, a corredo, significative cartine che rappresentano l'evoluzione tecnologica legata all'informatica, le varie tappe come dorsali emergenti da un mare piatto e calmo che custodisce nei suoi abissi, in un'ottica invertita, tutto il reale finora esperito. Il viaggio, o meglio il percorso, ora molto simile al volo di un drone diventa però a tratti ansiogeno come un volo areo disturbato da più perturbazioni che fanno tremare ogni certezza riaccendendo sopite fobie. Più volte mi sono ritrovata a pensare a quanta resistenza iniziale abbia io usato contro molte delle novità che si sono susseguite in modo repentino e quante alcune di loro ancora mi siano sconosciute, persistendo l'atteggiamento di fondo: la paura dell'appiattimento, dell'omologazione, della manipolazione. E poi all'improvviso razionalizzare un evento significativo quale la nascita del figlio primogenito e richiamare alla memoria le sue fotografie scattate con la fotocamera del telefono, quello che ritenevo accessorio fino a pochissimo tempo prima del lieto evento. Ecco, l'intelligente sguardo di Baricco, mi ha messo di fronte a me stessa dentro quel grande fenomeno, mi ha permesso di leggere la mia esistenza all'ombra dell'innovazione, andando magari a quel lontano '95 quando la prof. all'università chiedeva un saggio in formato word e l'amico informatico capace di scriverlo sotto mia dettatura pareva essere il depositario della verità rivelata, o quando ancora alcuni anni dopo andai alla faticosa ricerca di un personal computer il cui possesso non rientrava nelle mie facoltà finanziare, fu un medico a prestarmelo. Vero dunque che questo sistema iniziava, fin da subito, a far percepire un digital divide che non a caso oggi contribuisce a caratterizzare la povertà economica mentre, in altre latitudini, alimenta povertà ideologica.
Consiglio sicuramente la lettura perché permette uno stacco critico necessario, una tappa di avvicinamento a una consapevolezza che è sempre difficile raggiungere mentre un fenomeno è ancora in corso e muta sembianze in modo imprevedibile.
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