Dettagli Recensione
Assalto alla Diaz
L'autrice-assistente capo della polizia di stato e collaboratrice di “Repubblica Bologna” e della rivista “Polizia e democrazia”-compie una ricostruzione precisa e sintetica al tempo stesso della irruzione della polizia presso la scuola Diaz avvenuta nella notte del 21 luglio del 2001 nel contesto delle manifestazioni no global .Ebbene,prendendo come fonte documentale gli atti processuali,perviene a conclusioni che non lasciano spazio a dubbi sulle responsabilita' penali e civili dei dirigenti e degli agenti della polizia al di la' della demagogia delle dichiarazioni della classe politica.Partendo dal presupposto che le informative “disinformative” -se cosi' possiamo esprimerci-formulate dal Cesis contribuirono ad alimentare tensione presso l'opinione pubblica e presso la polizia di stato( si pensi a titolo esemplificativo al timore del sequestro di poliziotti o al temibile rivoluzionario Casarini qualificato come esperto in guerriglia urbana !),l'autrice sottolinea giustamente come il contesto informativo creato fosse finalizzato da un alto a convincere i poliziotti di “dover affrontare una situazione che fosse una via di mezzo tra guerriglia urbana e guerra batteriologica”(p.17) e dall'altro lato fosse volto a indurre i dirigenti a dare direttive profondamente diverse da quelle ordinarie in merito all'ordine pubblico.Alla luce di queste premesse,non deve destare alcuna sorpresa il rifiuto da parte degli imputati di sottoporsi “all'esame incrociato di accusa e difesa” e non deve sorprendere neppure la diffusa omerta' degli imputati.Ora-a parte le dichiarazioni puramente retoriche del prefetto Manganelli sulla necessita' di fare chiarezza in modo definitivo sulle vicende della scuola Diaz-emergono con chiarezza alcuni punti fermi.In primo luogo,il modus operandi della polizia di stato si e' costruito su una logica da guerra in cui i manifestanti erano considerati nemici,logica che ha indotto gli imputati a scegliere la rappresaglia nei confronti degli occupanti della scuola Diaz;in secondo luogo,vi e' stata una responsabilita' diretta dei dirigenti nelle operazioni condotte nella scuola Diaz sia in relazione ai pestaggi degli antagonisti che alle perquisizioni e distruzioni degli oggetti presenti al momento della irruzione.In terzo luogo,le modalita' repressive(“i calci sferrati,la reiterazione dei colpi sulle persone gia' ferite,gli insulti,i gesti di scherno osceno “p.68)non possono avere alcuna giustificazione giuridica perche' furono attuate in palese violazione delle piu' elementari regole del diritto. In conclusione questo volume-insieme alla documentazione ampia e dettagliata di Radio Radicale e del sito “ProcessiG8.org”-costituisce un buon esempio di onesta controinformazione restituendo alle vittime la parola e la dignita' contro la ragion di stato.
Gagliano Giuseppe