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Vivere è diverso da sopravvivere
Un libro intervista, Il diritto di morire consente a Dacia Maraini di esprimere la propria opinione su eutanasia attiva, eutanasia passiva, suicidio assistito (“Michèle Causse… è ammissibile che una persona decida, a prescindere da qualunque condizione fisica o di salute, di morire?”) e sedazione profonda: situazioni spesso tragiche – su tutti: il caso della madre che aiuta il figlio a morire - che pongono il delicato tema del confine tra libertà, etica, diritto all’autodeterminazione consapevole.
Il punto di vista è rigorosamente laico (“Capaci di buttarsi in guerre assurde, in atti crudeli e violenti, pur di restare fedeli a un libro sacro scritto in tempi in cui la vendetta sostituiva la giustizia, in cui la schiavitù era la norma, in cui lapidare gli adulteri era considerato giusto e gettare gli omosessuali da una rupe era considerato il volere di Dio”) e critico (“Ogni potere assoluto, appena diventa dominante, si preoccupa di possedere e controllare due grandi eventi: la morte e la vita”), con un’incursione anche nella cultura classica (“Alla tradizione letteraria e mitologia greca non era estranea la questione dell’eutanasia. Mi riferisco al mito di Orfeo ed Euridice”).
Giudizio finale: dialogato, razionalista, problematico.