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Madiba
I thembu, i mpondo, gli xhosa erano popoli diversi che tuttavia si ritenevano figli di un solo padre, e vivevano come fratelli, legati dall'abantu, una sorta di tacito patto di fratellanza. Per le genti native del Sudafrica non esisteva il concetto di proprietà; terra, aria, acqua erano beni condivisi che non potevano appartenere ad un solo uomo o ad una sola razza. Anche l'idea di famiglia era completamente diversa da quella occidentale, le distinzioni tra parenti non esistevano, non c'erano figliastri e figliastre, i cugini erano fratelli, i nipoti figli. Poi arrivarono i bianchi, con la loro avidità e la loro fame di terra, e tutto cambiò. In più di seicento pagine, il premio Nobel per la pace Nelson Mandela racconta la storia della sopraffazione del suo popolo ed il lento e difficile processo di emancipazione e di riscatto. Lo fa, naturalmente, in prima persona, in quanto protagonista principale di questo lungo e tortuoso percorso vissuto prima da semplice membro dell'African National Congress, poi da leader indiscusso del movimento di liberazione, fino a diventare presidente di una nazione dove finalmente libertà, uguaglianza, democrazia non sono più un sogno ma diventano basi concrete su cui costruire una società civile. Un cammino che parte da Mqhekezweni, un piccolo villaggio nelle campagne del Tanskei, per finire nel palazzo del governo di Pretoria. In mezzo ci sono infinite tappe, che il patriota sudafricano racconta con grande lucidità. Figlio di un capo Thembu, Mandela ripercorre la sua infanzia sul suolo natio, gli studi presso le scuole delle missioni cristiane, il folkloristico rito di iniziazione che lo scaraventa nel mondo degli adulti. Poi Johannesburg, gli studi universitari, la laurea in giurisprudenza, i primi impieghi duri e sottopagati, il proprio studio legale aperto insieme al collega e fraterno amico Oliver Tambo, compagno di tante battaglie soprattutto al di fuori dello studio. Lo spirito ribelle e indomito del giovane Nelson, che già nel Tanskei aveva dimostrato un innato rifiuto per la supremazia dei bianchi sulla popolazione di colore, a Johannesburg sfocia in una vera e propria presa di coscienza e di posizione che lo fa entrare nell'A.N.C. consacrando di fatto la sua intera esistenza alla battaglia nei confronti di quel sistema malato e incivile che passa sotto il nome di Apartheid. Una lotta civile e pacifica, indirizzata non alla sopraffazione del nemico, ma volta al raggiungimento di una società dove bianchi, neri, indiani e meticci vivono in pace senza distinzione di razza, di colore della pelle, di ceto sociale e di appartenenza religiosa. Una lotta che tuttavia non può fare a meno di passare per le armi e che porta Mandela ad una lunga detenzione di ventisette anni. Un periodo di tempo infinito in cui Madiba (questo il suo nome xhosa) affronta minacce, soprusi, umiliazioni senza mai chinare il capo, senza cedere al nemico ma soprattutto senza cadere nel facile istinto di odiare chi lo tiene dietro le sbarre, uscendo di prigione più convinto che mai di voler continuare la sua battaglia e pronto a vincerla. Una lettura lunga ma interessante, avvincente, educativa, ricca di particolari, di colpi di scena, di grande umanità. Pagine di sofferenza e di impegno civile, in cui uno dei più grandi leader della storia racconta se stesso narrando al contempo una delle pagine più nere dell'umanità. Difficile restare indifferenti davanti ad una storia che sembra remota ed invece è vecchia solo di un quarto di secolo. Impossibile non restare disgustati dal grado di inciviltà cui è capace di abbassarsi il "civile" Occidente. Naturale fare il confronto tra la storia del Sudafrica e tante realtà in cui ancora oggi l'apartheid è praticato con il beneplacito delle grandi potenze mondiali (la sopraffazione di Israele sul popolo palestinese ne è l'esempio più lampante). Scoraggiante scoprire quanto l'uomo impari poco dagli errori del passato. Incoraggiante pensare che sia esistito un uomo come Nelson Mandela e che una storia come la sua potrà essere di esempio a chiunque incontri sulla sua strada ingiustizia, razzismo, soprusi ed ogni genere di barbarie di cui è capace l'essere umano nei confronti di un suo simile.
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