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La paranza dei bambini
 
La paranza dei bambini 2017-10-19 19:03:36 Chiricaz
Voto medio 
 
4.8
Stile 
 
5.0
Contenuti 
 
5.0
Approfondimento 
 
4.0
Piacevolezza 
 
5.0
Chiricaz Opinione inserita da Chiricaz    19 Ottobre, 2017
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una paranza che da mare diventa terra

I bambini di paranza non sono bambini. Sono persone per cui la convenienza è l’unica regola, il valore della vita è nulla e l’unica cosa che conta è arricchirsi ed essere un vincente. Non esiste il fallimento, come racconta Saviano in un’intervista da Fazio, i ragazzi vedono gli sforzi dei loro genitori e le loro condizioni poco agiate (ma non misere) e sanno che lo Stato, la legalità non gli permetterà di diventare qualcuno, non vogliono guadagnare mille euro al mese per vie legali, ma guadagnarne 300 sapendo che in futuro si ritroveranno a gestire intere piazze di spaccio e a potersi permettere una vita piena di lussi, per loro e per i loro genitori. Non pensano a cosa succederebbe se fossero i loro genitori a dover pagare la “protezione” (il pizzo) a qualche clan, pensano invece che loro, loro che la “protezione” la fanno pagare agli altri, hanno capito come si sta al mondo più dei loro genitori, di essere più saggi, più adulti, più uomini e più padri di loro, perché erano proprio i paranzini ad aver iniziato a ‘portare il pane’ a casa . In questo romanzo è fondamentale appunto anche la figura dei genitori, essi li sostengono- se non fin da subito si ritroveranno a farlo in futuro soprattutto dopo che gli verranno fatti dei torti, dopo che avranno apprezzato la nuova condizione di vita con tutti gli agi che i loro figli gli permettono.

Il protagonista della storia, Nicolas ‘o Maraja, vuole diventare un capo di paranza, vuole creare una paranza con i suoi amici più fidati. Ma una paranza non la puoi fondare senza fare alcun morto, non la puoi fondare senza delle armi e non la puoi fondare se non ti guadagni le piazze di spaccio. Vengono più volte fatti riferimenti a ‘il principe’ di Macchiavelli, perché Nicolas trova ispirazione proprio da quest’opera. È una storia di violenza, ispirata a fatti reali ed orribili. La giustizia ha una sua dimensione, esistono delle regole d’onore, non scritte, ma che DEVONO essere rispettate: “Nicolas si alzò e iniziò a girargli intorno. Camminava piano. L’Arcangelo non si muoveva, non lo faceva mai quando voleva dare l’impressione di avere occhi anche dietro la testa. Se qualcuno ti è alle spalle e gli occhi iniziano a seguirlo, significa che hai paura. E che tu lo segua o no, se la coltellata deve arrivare, arriva lo stesso. Se non guardi, se non ti giri, invece, non mostri paura e fai del tuo assassino un infame che colpisce alle spalle.”

È un mondo del tutto nascosto che pochi conoscono, ma che c’è e che colpisce il mondo intero e c’è il bisogno di conoscerlo, di informarsi e di SAPERE, ed è per questo da apprezzare, sostenere, ammirare e imitare un personaggio come Roberto Saviano.
il linguaggio usato per i dialoghi è il dialetto napoletano (e a me ha fatto molto sorridere)

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