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Il fritto misto di Machiavelli spaccia e uccide
Quartiere Forcella di Napoli. Un gruppo di adolescenti, tutti ancora minorenni con appena 15-16 primavere sulle spalle, coltivano il sogno estremo di diventare boss incontrastati della città partenopea. Peccato che "A Napoli non esistono percorsi di crescita: si nasce già nella realtà, dentro, non la scopri piano piano.", e che questa realtà non contempli studio, lavoro e sacrifici, bensì anteponga pistole semiautomatiche, AK47, omicidi e contromicidi. Il capo del neonato clan è Nicolas, più conosciuto come 'Maraja' per via dell'estrema vicinanza al locale più chic di Posillipo e indefesso ammiratore del Principe machiavelliano, ed è lui che incarna questa ambizione sfrenata in modo morboso, poiché "Le gesta di un guerriero passano di bocca in bocca, fanno notizia e poi fanno leggenda.". Esiste solo il presente, guizzante come i pesci di paranza e dominato dalla prepotenza e dalla prevaricazione, e il terribile risultato finale non può che sfociare nella tagliente dicotomia fra 'fottuti' e 'fottitori', dove ogni coordinata etica e morale verrà meno e dove la scalata al potere sarà brutale e senza possibilità di appello.
Siamo di fronte a un romanzo dalla straordinaria caratterizzazione socio-psico-pedagogica, nella quale il rovesciamento dei valori rappresenta la chiave di demarcazione principale per l’analisi del testo. Di fronte alle famiglie deboli e omertose e alle istituzioni assenti e abbonate al tacito consenso, il percorso educativo della nuova generazione è abbandonato a sé stesso ed è privo di qualsiasi punto di riferimento solido e calibrato. Quasi straborda il disprezzo per coloro che si guadagnano il pane con il sudore della fronte e con la fatica, perché "il fine giustifica i mezzi" riassume perfettamente il loro volere tutto e subito, in barba all'illegalità, al carcere, al rispetto del prossimo e alla morte.
Attraverso un ritmo sostenuto e cadenzato e un uso del dialetto semplicemente perfetto, Saviano ci mostra uno spaccato autentico dalla forza realistica sanguinante: in un mondo dove vige la sola legge del più forte, si muovono esseri feroci e spietati che non guardano e non cercano un riscatto per il proprio futuro. Tuttavia, per un presente che parla, sparla, straparla e pretende, non manca il diabolico contrappasso, poiché, come la paranza del mare indica le barche che vanno a pesca di pesci da ingannare con la luce, la paranza della terraferma è la malavita che attrae le nuove leve promettendo fama e soldi facili, per poi sacrificarle come merce di scambio al minimo bisogno. E la tragica conclusione sembra rivivere la Roma di Bonini e De Cataldo: irredimibile e inespiabile.
"Guardati dentro. Guardati dentro profondamente, ma se non provi vergogna non lo stai facendo davvero. E poi chiediti se sei fottuto o fottitore."