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Storia e modernità dello Stato islamico
I sunniti costituiscono la stragrande maggioranza dei musulmani (85% circa, equivalente a poco più di un miliardo di persone); mentre la restante parte è composta dagli sciiti.
Tutt'oggi sunniti e sciiti restano prevalentemente divisi. Non è facile ricostruire l'esatto discrimine tra i due gruppi, ma può dirsi che risiede nel diverso modo in cui vengono interpretati i fatti storici riguardanti la successione al profeta Maometto – Muhammad, nella lingua musulmana – e in particolare le lotte civili per ottenere il titolo di califfo.
La religione islamica nasce con Maometto, circa 600 anni dopo la venuta di Cristo, in un preciso contesto politico che vede questi popoli molto frammentati, e riesce a dar loro un'idea di comunanza sino allora impraticata, con notevoli benefici, oltre che dal punto di vista religioso, sul versante sociale e militare (poco dopo l'esercito islamico inizierà una politica di espansione che toccherà anche l'Europa).
La dottrina islamica e quella cristiana sono molto più vicine di quanto si creda, anzitutto perché sono entrambe religioni monoteiste (dove, peraltro, la prima – accanto alle figure di Dio e del Profeta – ingloba anche quella del Cristo). Il buon musulmano, per essere tale, dovrà seguire cinque regole (i cosiddetti “cinque pilastri”): professare l'Unicità di Dio, eseguire la preghiera, praticare l'elemosina legale verso i più poveri, digiunare nel mese di Ramadan, compiere il pellegrinaggio a La Mecca almeno una volta nella vita (avendo i mezzi e la salute necessaria per farlo).
Massimo Campanini, docente di Islamistica all'Università di Trento, scrive questo libro per la collana “Farsi un'idea” dell'editore Il Mulino, pensata per fornire un'informazione rapida e chiara su fenomeni politici, economici, religiosi, sociali e psicologici, scientifici e ambientali.
Dal volume in commento – di circa 120 pagine, e munito di una bibliografia ragionata sui più recenti libri che parlano dell'islam – si ricava una visuale sul panorama antico e recente del sunnismo, sfatando buona parte dei luoghi comuni oscurantisti che, in tempi di deriva terroristica, vedono la fede islamica strumentalizzata ad altri fini. D'altronde, la contaminazione tra religione e politica ha rappresentato spesso un punto dolente per l'Islam (proprio come per il Cristianesimo nell'Alto Medioevo); lo dimostra la figura del califfo: abolita definitivamente dal padre della Turchia moderna e repubblicana, Mustafa Kemal, non a caso il califfato è stato riproposto dall'I.S.I.S., cioè dai rappresentanti più retrivi e radicali della fede musulmana nel mondo. La loro violenza ha attecchito in varie parti del globo dove la povertà impera (Asia e Africa in particolare), con il risultato di ottenere una triste rilevanza planetaria, non certo di essere la parte più attendibile né quella più rappresentativa dell'Islam.
La tradizione religiosa musulmana è ben altro, caratterizzata da una profonda riflessione sia giuridica (con le scuole tradizionali del Malikismo, dell'Hanafismo, dello Shafi'ismo e dell'Hanbalismo, alcune delle quali danno prova di stupefacente moderazione ed apertura) che teologica (rappresentata principalmente da dottrine come il Mutazilismo, l'Hanbalismo, l'Ash'arismo e il Maturidismo). Scuole e dottrine su cui il volume si sofferma ampiamente.
“I Sunniti” rappresenta una buona lettura, che, senza apparire sistematica né esaustiva, riesce però a fornire un primo quadro della nascita del sunnismo e delle tendenze antiche e moderne che l'hanno accompagnato e lo accompagnano.
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Gianni, di Pamuk ho letto un unico libro, che trovai meraviglioso: "Il mio nome è Rosso". Non mancherò di recensirlo quando mi capiterà di rileggerlo.
Laura, come giustamente noti, il mondo è una serie di scambi a tutti i livelli: gli arabi ci hanno insegnato le basi di discipline che poi noi abbiamo elaborato e rivisitato: a queste elaborazioni, più avanti nel tempo, loro hanno riattinto. Questo spiega come i secoli facciano giustizia su ogni pretesa di divisione. Siamo un unico mondo, e, nonostante ciò dovrà essere frutto di un lavoro paziente e continuo, arriveremo tutti a capire che la strada da percorrere è una sola. Ci vorrà ancora tempo e tragedie, ma non c'è altro progresso possibile. E non è retorica, ma semplicemente la realtà delle cose.
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grazie per averci presentato in sintesi e con chiarezza questo saggio