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Pape Satàn Aleppe. Cronache di una società liquida
 
Pape Satàn Aleppe. Cronache di una società liquida 2016-04-18 10:17:55 GPC36
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GPC36 Opinione inserita da GPC36    18 Aprile, 2016
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Un lascito ed un commiato

Vi è una vena di malinconia nelle riflessioni con cui inizia il libro che chiude l'avventura letteraria di Eco: riflessioni su una società che ha perso i punti di riferimento essenziali, una "società liquida" come è stata definita da Bauman, una società postmoderna in cui prevalgono la ricerca dell'apparire, considerato come valore, l'individualismo che genera rapporti antagonistici ed é in crisi il senso della comunità. Una società che per essere capita e superata richiede nuovi strumenti che né la politica né l'”intellighenzia” appaiono in grado di offrire poiché non sembra abbiano compreso la portata del fenomeno.
Parte la nave di Teseo, la nuova sfida editoriale, ma Eco non sarà al timone e di questo distacco sembra essere stato ben consapevole, accomiatandosi con questo libro che è un lascito del suo pensiero e un'ultima testimonianza del suo stile nel trattare i tanti temi che ha affrontato: acutezza dell'analisi e ironia pungente sono l'elemento comune ad una serie di riflessioni sugli argomenti più disparati.
Non un nuovo romanzo, quindi, ma una raccolta di "bustine di Minerva", come aveva intitolato la rubrica che teneva su l''"Espresso", prendendo lo spunto dal piccolo spazio bianco nelle bustine di fiammiferi, su cui possono essere annotate brevi note e riflessioni.
Il ventaglio di argomenti è amplissimo, né Eco ritiene vi debba essere un filo conduttore: premette, anzi, che si tratta di una raccolta sconnessa di “bustine” che riflettono la “natura liquida” della nostra società negli ultimi quindici anni e ricorda che nella prima delle “bustine”, nel 1985, aveva premesso e promesso che in quella rubrica avrebbe parlato di “ciò che gli frullava in testa”. Eco si è limitato ad aggregare le bustine in 14 filoni tematici, che vanno dal progresso a passo di gambero alla ricerca dell’apparire, dai telefonini al rapporto fra religioni e filosofia, dal complottiamo ai mass media. Ciò che unisce questi “appunti” è lo stile pungente e dissacratorio con cui tratta i diversi argomenti, inserendo però in un periodare apparentemente scanzonato la citazione colta che richiama il lettore a evitare la superficialità.
In un ventaglio così ampio di tematiche sembra giusto ricordare la bustina “Alto, medio, basso” in cui parte da un articolo dedicato ai tre livelli in cui un saggista americano identifica le espressioni culturali, inserendo tra la cultura elitaria e la cultura di massa la Midcult. Una divisione rigida che poteva avere un senso nel passato, quando la provocazione era un fine e la non leggibilità dell’opera assumeva un valore. Oggi tra questi livelli culturali vi è un’osmosi non solo dall'alto verso il basso, ma anche – sostiene Eco – viceversa. Di tale osmosi Eco è stato artefice: se “Il nome della rosa” ne è l’esempio più alto, il romanzo “La misteriosa fiamma della regina Loana” ha portato il mondo dei fumetti all'onore dell’inclusione in un romanzo impegnativo.
Nell'articolo da cui prende lo spunto, si cita la partecipazione di massa al funerale di Victor Hugo, segno che lo scrittore non apparteneva solo all'alta cultura, ma il suo valore era riconosciuto da tutti: una citazione preveggente, come un commiato, che porta al ricordo della folla presente ai funerali di Eco.
Il lascito è in una serie di spunti di riflessione, non certo per una condivisione acritica del pensiero di Eco, ma per farvi riferimento per lo spirito ed il metodo con cui affronta i vari temi e per aprire, se si vuole, un confronto dialettico virtuale con la mente più brillante della nostra cultura contemporanea. Il livello di approfondimento è inevitabilmente discontinuo, anche per l'ampiezza dei temi trattati, ma questo può essere uno stimolo al lettore per un confronto e per andare più a fondo.Un libro, pertanto, da leggere e tenere a portata di mano.

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