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CARLO LUCARELLI G8 CRONACA DI UNA BATTAGLIA
Ancora una volta il noto giornalista Lucarelli-pur di fronte ad una vicenda complessa e tutt'altro che chiarita nonostante le Commissioni Parlamentari di inchiesta e le risultanze della Procura di Genova-riesca a dimostare equilibrio e serenita' di giudizio.
Che esistessero problemi di natura logistica e di ordine pubblica per l'organizzazione del G8 a Genova,era chiaramente emerso gia' durante la presidenza del consiglio di D'Alema nell'aprile del 2000.Proprio allo scopo di coordinare l'ordine pubblico da un lato e dall'altro le settecento organizzazioni nazionali e non giunte a Genova per manifestare contro le decisioni del G8 ,erano stati realizzati due organismi ad hoc,uno presieduto dal Ministro degli Interni Bianco-poi sostituito da Scajola nel giugno del 2001 sotto il governo di Berlusconi-e l'altro coordinato da Agnoletto-il Genova Social Forum-finalizzato ad organizzare le manifestazioni di dissenso secondo una modalita' non violenta.Tuttavia non poche furono le avvisaglie nefaste relative alla manifestazione che giunsero sia dalla carta stampata sia dall'intelligence italiana.A posteriori e'difficile negare come gran parte di queste “premonizioni”abbiano svolto una funzioni di disinformazione di intossicazione-per usare una terminologia cara alla intelligence-dell'opinione pubblica.Nonostante lo schieramento imponente delle forze dell'ordine-undici mila uomini-,nonostante la realizzazione ad hoc del VII nucleo antisommossa dei Carabinieri-quattro sono gli episodi drammatici e sconcertanti insieme che emergono con nettezza dalla ricostruzione di Lucarelli:in primo luogo,l'incapacita'-o la mancanza di volonta'?-da parte delle forze dell'ordine di prevenire e fermare le devastazioni a macchia di leopardo dei Black Bloc(saranno invece caricati ed arrestati a Piazza Manin i manifestanti pacifisti della rete Lilluput);in secondo luogo,l'omicidio di Carlo Giuliani da parte dell'agente ausiliario Mario Placanica;in terzo luogo,la macelleria messicana-secondo la calzante espressione del vicecomandante del VII nucleo Fournier-operata dalla polizia nella caserma di Bolzaneto- a danno di manifestanti pacifisti e infine l'irruzione alla scuola Diaz da parte di centocinquantauomini (provenienti dal reparto mobile,dallo Sco e dalla Digos)volta a reprimere in modo indiscriminato e brutale gli antagonisti. Drammatico risultera' il consuntivo delle manifestazione di Genova:”6200 candelotti di lacrimogeni sparati dalle forze dell'ordine,50 miliardi di danni subiti dalla citta',250 persone arrestate,1200 feriti e un morto”.Al di la' delle polemiche politiche-la scelta di un modello di intervento militare,la scarsa o nulla conoscenza da parte delle forze dell'ordine della topografia di Genova,le sovrapposizioni della catena di comando(il giornalista Mario Portanova si domandera' chi comandasse effettivamente a Genova e chi faceva e disfaceva l'ordine pubblico),il mancato arresto dei Black bloc ,le violenze degli autonomi e degli anarco-insurrezionalisti non possono che indurre un osservatore neutrale a formulare un giudizio di netta condanna sia nei confronti dei manifestanti violenti sia nei confronti degli errori e delle violazioni-numerose e gravissime- delle forze dell'ordine,valutazione d'altronde giustificata dai processi istruiti.
GAGLIANO GIUSEPPE