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Il nostro nemico, lo Stato
 
Il nostro nemico, lo Stato 2009-01-04 12:29:28 prupitto
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prupitto Opinione inserita da prupitto    04 Gennaio, 2009
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Il nostro nemico,lo stato

“Lo stato e' un congegno per prendere denaro da un insieme di tasche e metterlo in un altro”

Voiltaire

“Dato che il ruolo del potere è troppo piccolo perchè ci si possano rannicchiare tutti insieme,esiste una eterna gara per vedere chi riuscirà a scacciare gli altri.A questo fine sono divisi in due partiti:quelli dentro e quelli fuori”

Jefferson

E' difficile negare che il saggista americano Nock(1870-1945) sia stato uno dei piu' significativi rappresentanti del movimento anarchico individualista al pari di Tucker,Spooner e Thoreau e abbia contribuito ad anticipare Rhotbard.Consapevole della rilevante influenza esercitata sulla genesi del suo pensiero da Spencer,Paine e soprattutto da Oppenheimer Nock -usando ora l'ironia ora il sarcasmo-muove una critica impietosa e radicale insieme non solo alla costituzione americana ma soprattutto al concetto stesso di stato.Se la politica roosveltiana viene letta come una variante dello statalismo autoritario europeo-i cui teorici l'autore individua in Hegel e Fichte-,se il centralismo di Washington viene letto come un palese tradimento della Dichiarazione e dei suoi presupposti giusnaturalistici,se il liberismo smithiano viene intepretato non come la difesa della liberta' di commercio ma come la giustificazione teorica dei possidenti terrieri e dei proprietari di filande,-e' perche' tutto cio' è la conseguenza diretta dell'affermarsi di quel mostruoso leviatano che e' lo stato che ha ridotto la societa' civile all'acquiscienza trasformandola in un solerte ed ubbidiente esercito in marcia.Storicamente la societa' civile ha inconsapevolmente trasferito la propria liberta' da un leviatano ad un altro-cioe' dalla chiesa allo stato-non rendendosi conto che l'istituzione statale e' sorta dalla confisca e dalla conquista determinando in tal modo una innaturale distinzione di classe ,una innaturale distinzione tra chi sfrutta e chi e' sfruttato, finendo per porsi al di sopra dell'individuo e della societa' e consentendo che al proprio vertice vi fossero veri e propri criminali di professione- usualmente noti con l'espressione demagogica di 'elite politica' -che abilmente hanno saputo creare un sistema clienterale dispensatore di benefici e favori.Se la societa' civile non sara' in grado di porre un argine allo stato,l'inevitabile conseguenza sara' la degenerazione nel collettivismo economico e nel dispotismo politico-militare.D'altronde-conclude ironicamente l'autore-lo stato ha avuto la capacita' di fare qualcosa di efficiente,disinteressato ed onesto nel corso della sua lunga storia?La risposta non puo' che essere interamente negativa.

GAGLIANO GIUSEPPE

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