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Gli effetti della detenzione sui legami affettivi.
Il saggio di Cristina Scanu è interessante perché affronta la tematica della detenzione carceraria dal punto di vista dei familiari dei detenuti. Cosa ne è dei parenti, dei figli, dei fratelli etc. dei rei? La loro opinione sulla detenzione del carcerato è positiva? I rapporti con il detenuto e tra il detenuto e loro sono mantenuti oppure l’ulteriore sanzione che viene inflitta sugli uni e sugli altri è anche la perdita di affettività, il venir meno di quei legami che dovrebbero in un qualche modo essere tutelati? Perché è vero, il recluso ha commesso un reato e per questo deve scontare la sua pena, nessuno lo mette in dubbio, ma è giusto che un figlio paghi per l’errore del padre o della madre? E’ giusto che un figlio cresca senza la presenza di una o delle figure che dovrebbero formarlo, consolidarlo e munirlo degli strumenti necessari per affrontare la vita? E la vergogna? Si, perché questa è provata, paradossalmente, da entrambe le parti, dai familiari come dai rei. Troppo facile è dire “dovevano pensarci prima”, altro non è che un’affermazione riduttiva che non prende in considerazione le motivazioni della commissione di un fatto criminale, perché non tutti i rei delinquono per gli stessi motivi, e non in tutti la criminalità è intrinseca.
Storie di famiglie separate, di legami spezzati, di vittime innocenti ma anche di prese di coscienza e di una nuova consapevolezza.
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Commenti
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Grazie del tuo commento Bruno,
Ciao
Maria
Il problema è che l'attuale sistema carcerario si presenta in crisi tanto che autorevoli studi parlano addirittura di "fallimento della pena detentiva" proprio perché quegli istituti che dovrebbero servire a disincentivare la commissione di reati e dovrebbero riabilitare il reo non vi riescono. Ciò non accade. Perché? Dov'è la falla? Non si tratta di "un Mondo perfetto o un Mondo imperfetto" si è davanti ad un dilemma attuale, concreto ed irrisolto a cui non basta dire "guarda quanti assassini ci sono in giro" perché anche se vengono arrestati, o sono fuori dopo poco tempo, o comunque l'effetto disincentivante non si è avuto. Quindi si può parlare di efficacia della pena carceraria? No.
Si è arrivati addirittura a parlare (altri studi) di "superamento della pena detentiva" per come attualmente figurata.
Non si tratta nemmeno di analizzare caso per caso ogni situazione, è necessario osservare la questione da una prospettiva più ampia perché se il carcere non ha efficacia sul reo, chi ne paga davvero le conseguenze? Chi è vicino al reo.
Ferma restando dunque la pena detentiva per chi commette un reato, il saggio si presta ad una riflessione ampia e chiara su ciò che è "cornice" all'universo dei penitenziari.
Buona giornata,
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E ai figli dei detenuti, per esempio, chil pensa?
Ciao,
Bruno