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I barbari
I barbari - Saggio sulla mutazione è un testo di Alessandro Baricco pubblicato da Fandango nel 2006 e che raccoglie trenta puntate fatte di riflessioni, consigli e citazioni sulla società moderna e i suoi innumerevoli cambiamenti pubblicate sul quotidiano La Repubblica dal 12 maggio al 21 ottobre 2006.
Baricco smette per un po’ i panni dello scrittore di romanzi per indossare quelli del sociologo e di colui che attraverso la ricerca, lo studio e l’osservazione dei cambiamenti e degli sconvolgimenti psicologici e morali avvenuti negli anni, utilizza un unico grande strumento per la comprensione della mutazione: la riflessione.
Chi sono i barbari? E cos’è la mutazione? I barbari siamo noi, sono tutti coloro che cedono alla trasformazione per permettere alla società e al nostro mondo di cambiare, evitando di arenarsi e di scomparire facendo la fine dei dinosauri. Una società che non cambia, che non muta, che non si evolve in qualche modo è costretta a scomparire. Così l’autore definisce barbari tutti coloro che sono consapevolmente e inconsapevolmente portatori dei cambiamenti nello stile di vita, nei rapporti umani, nelle leggi e soprattutto nei valori della nostra società. Ecco in cosa esattamente consiste il significato di mutazione: cambio di valori. Oggi i valori non sono quelli del passato, anzi sembrano essersi incrinati, persino scambiati e divenuti opposti rispetto a quelli che li hanno preceduti. Lo stesso autore lo spiega in modo chiaro e preciso.
“ Quanto a capire in cosa consista, precisamente, questa mutazione, quello che posso dire è che mi pare poggi su due pilastri fondamentali: una diversa idea di cosa sia l’esperienza, e una differente dislocazione del senso nel tessuto dell’esistenza. Il cuore della faccenda è lì: il resto è solo una collezione di conseguenze: la superficie al posto della profondità, la velocità al posto della riflessione, le sequenze al posto dell’analisi, il surf al posto dell’approfondimento, la comunicazione al posto dell’espressione, il multitasking al posto della specializzazione, il piacere al posto della fatica.”
Tutti ci rendiamo conto che intorno a noi molto sta cambiando, che le innovazioni tecnologiche ci hanno spinto verso un orizzonte nuovo che ha modificato il nostro modo d’intendere le esperienze e soprattutto l’esistenza stessa. E’ cambiato il modo di intendere le vicende quotidiane, di vivere la vita e tutto ciò che questo comporta. Attraverso un excursus che parte dai vini, passando per il calcio, fino ai libri e all’invenzione di Google, Baricco ci mostra come il concetto di valore sia cambiato e quindi ciò che prima era apprezzabile e ritenuto importante, adesso è stato connotato con differenti parametri di considerazione e qualità. I libri ad esempio. In passato erano manifestazione di eccellenza, facevano parte della cultura d’elite, le stesse librerie e biblioteche erano luoghi carichi di mistero e conoscenza. Oggi non è più importante il libro in sé, la preparazione per scriverlo e i concetti in esso espresso quanto invece esso sia commerciale. Oggi i libri vincenti sono i best seller, tipica espressione della cultura emergente e anche di ciò che si vende di più, ossia la massificazione dei contenuti e delle idee, persino dei gusti. Lo stesso uso di Google nasconde la volontà di non andare in profondità, manifesta l’intento di “navigare” superficialmente ogni tipo d’informazione, per sapere un po’ di tutto ma niente di nulla.
Questi atteggiamenti volti alla mutazione di tutto un modus vivendi che è partita da secoli addietro per giungere fino ad oggi, ci dimostra come i barbari siano tra di noi, siamo noi stessi, quando per comprare un libro invece di andare in libreria, andiamo al supermercato. Per molti, i nuovi valori moderni non sono veri valori ma è pur vero che senza il cambiamento il nostro mondo non sarebbe altro che un ammasso di ossa dimenticate e noi stessi saremmo soltanto gli ennesimi resti di animali estinti. Ma allora come si fronteggia questa mutazione? Attraverso la salvaguardia che di ciò del passato vogliamo portare con noi in questa tremenda ma fascinosa mutazione che è già in atto. Baricco, in conclusione, cita la Grande Muraglia Cinese. Essa fu costruita per proteggere la civiltà cinese dalle scorribande dei barbari. Il Re, considerato Dio in terra aveva due possibilità nei confronti dei nemici saccheggiatori: commerciare con loro e accettare i loro scambi, ma questo avrebbe comportato un “contatto” con quegli esseri incivili che avrebbe rischiato di contaminare l’eccelsa civiltà cinese con quella barbara. Lo stesso valeva se si decideva di attaccarli e quindi di combatterli, anche questo avrebbe comportato una contaminazione. Così i cinesi scelsero una terza possibilità: ergere un muro che stabilisse un confine tra loro e i nemici, senza accorgersi che in questo modo non si difendevano dai barbari ma bensì erano proprio loro ad inventarli. Secondo Baricco, è un po’ quello che stiamo facendo noi quando cerchiamo di allontanarci dai “mutanti”, dai loro nuovi valori e dalla loro ideologia di base: la spettacolarità, il successo, la velocità. La genialità ad esempio, così tanto esaltata nel passato, oggi ha perso qualsiasi interesse, perché il genio è lento. E’ la moltiplicazione la chiave del successo, le infinite possibilità, non importa se si perde la qualità, se si perde la fede, se si perde l’anima. I barbari non hanno anima, non hanno un totem, non hanno il rispetto dei valori, essi arrivano e travolgono tutto. Essi corrono, saltano, aggraffano qualsiasi cosa e la spogliano di bellezza, di talento, la spogliano del sacro. Non è consigliabile combatterli, perché ci siamo dentro fino al collo. Anche voi che adesso state leggendo… Non dimenticate di comprare il libro. Mi raccomando, però, in libreria.
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