Dettagli Recensione
Qui e'morta la speranza dei palermitani onesti
Gaetano Costa- magistrato; Piersanti Mattarella -politico; Giuseppe Russo- Carabiniere; Boris Giuliano - Polizia ; Michele Reina - politico; Cesare Terranova - magistrato; Rosario Di Salvo - politico ; Pio La Torre - politico ; Carlo Alberto Dalla Chiesa - generale e prefetto ; Emanuela Setti Carraro Dalla Chiesa - infermiera ; Calogero Zucchetto - Polizia; Gian Giacomo Ciaccio Montalto - magistrato ;Carmelo Jannì - albergatore; Rocco Chinnici - magistrato; Mario Trapassi - Carabiniere; Edoardo Bortolotta - Carabiniere; Stefano Lisacchi - portinaio ; Boris Giuliano- Polizia ; Giovanni Falcone - magistrato; Francesca Morvillo - magistrato; Paolo Borsellino - magistrato.
Sono tanti benche' solo una piccola parte dei morti piu' o meno eccellenti, assassinati per mano della mafia negli anni '80 e '90. Li riporto ad uno ad uno sperando che li leggiate senza noia, sullo sfondo di quel cartello scritto di pugno che ho usato per titolo, comparso nel luogo del delitto Dalla Chiesa.
Giuseppe Ayala, giudice siciliano facente parte con Falcone e Borsellino del "pool antimafia" ripercorre in questo libro interessante, rivelatore, didattico a meta' strada tra saggio e memoria gli albori della sua carriera, addentrandosi in quello che fu un periodo processuale rovente contro la mafia: indagini, istruzione e dibattimento di quello che sara' ricordato come il maxiprocesso , un dibattimento di 1820 ore, 1314 interrogatori, 666000 pagine di atti processuali, 19 ergastoli, 2665 anni di carcere inflitti.
Poteva presentarsi ostile nei contenuti, un cavillo nella forma vista l'argomentazione giuridica, eppure Ayala rende la narrazione abbordabile ed appetibile a chiunque, benche' non sia una lettura da pausa caffe'.
Non lesina accuse accompagnate da eloquenti motivazioni ed il risultato e' tanto sconcertante quanto avvilente.
Ne emergono le figure di magistrati come Falcone e Borsellino, servitori dello Stato eppure abbandonati a se stessi, non solo durante ma -incredibilmente- anche dopo il successo del maxiprocesso. "La mafia uccide quando si avvera una condizione fatale: quando sei diventato pericoloso e sei isolato."
Perche' se la magistratura c'era, le forze dell'ordine c'erano, mancava il terzo elemento fondamentale : la politica . La politica che non sente, non vede, non parla. Eppure c'erano uomini che continuavano a crederci, portando avanti il loro lavoro fino alla fine, fino a quella sentenza di condanna che rimbombò in tutto il mondo. La politica che invece di premiare i suoi protagonisti, di perpetrare un modello vincente , decentro', calunnio', dubito'...
Condito di ricordi personali tra rispetto, stima e amicizia il pensiero dell'autore va spesso a Falcone, al tempo trascorso insieme, come uomini e come magistrati.
Potrei parlare per ore di questo libro ma non essendo possibile lascio la mia ultima considerazione, nata mentre osservavo le fotografie di alcune vittime della mafia. Io che posso fare ? Io chi sono ?
Io leggo. Posso leggere e condividere. Che e' ben poca cosa, lo so.
Eppure leggere e condividere e' ricordare.
La memoria e' il mio modo per dire : Rispetto.
E ' il mio modo per dire: Grazie. A tutti coloro che sono morti una volta sola.
" E'bello morire per cio' in cui si crede; chi ha paura muore ogni giorno, chi non ha paura muore una volta sola." Paolo Borsellino
Buona lettura.
Commenti
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Per chi come me c'era, persone e fatti sono incisi nella memoria. Per chi, troppo giovane, non li ha vissuti, quegli anni sono storia da far propria.
Pia
Credo non sia poco. :-)
Bruno
Un libro che mi ha stupito, non pensavo mi sarebbe piaciuto cosi'...infatti oggi mi sono comprata anche COSE DI COSA NOSTRA.Ma questa e' solo tossicodipendenza :o)
La memoria e' il mio modo per dire : Rispetto".
Grazie davvero Cub, per questo commento di rara importanza e profondità. Per non dimenticare mai.
Lo metto in ld, l'argomento e' molto appassionante.
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