Dettagli Recensione
Un viaggio nella droga, che ti porterà in overdose
Giù il cappello, signore e signori. Perchè Saviano ritorna sulla scena letteraria dopo tanti anni, e possiamo dire che il silenzio in cui ci aveva lasciati aveva comunque continuato a fagocitare qualcosa. Qualcosa che è più di un'idea. Qualcosa che si può definire come il mix di un eccellente romanzo-inchiesta, di un autentico capolavoro e di un terribile reportage.
Se la cocaina si fosse potuta quotare in Borsa, il valore delle sue azioni sarebbe aumentato del 182% solo nel 2012. Questo è solo uno dei numerosissimi dati che Saviano enumera, snocciola, propone, denuncia. Sì, perchè il libro ti affascina e ti preoccupa al tempo stesso.
Tra le tante storie narrate, c'è la situazione disastrosa del Michoacan, la ferocia dei Kaibil guatemaltechi, la sfrontatezza di Christian Poveda. Saviano racconta questi avvenimenti quasi con un tono stilistico magico e spensierato, proprio per farti immergere, per farti sentire parte attiva dell'azione, per farti stare dentro. E 'ci stai dentro perchè sono il senso del tuo stare al mondo. E da anni ho deciso di starci dentro.'. Roberto, voglio dirti che non sei da solo a starci dentro: tutti noi, che abbiamo fame e sete delle tue storie, da anni abbiamo deciso di starci dentro, con te e per te.
Attenzione, però, perchè questo libro comporta alcuni effetti collaterali. In primis, Saviano stesso lo ammette, 'non riesco più a guardare una carta del mondo senza vedere rotte di trasporto, strategie di distribuzione'. E poi perchè ogni pagina, quasi come se fosse coca, 'usa l'immaginario, lo piega, lo invade, lo riempie di sé stessa'. Facendoti avvertire fastidio, disagio, paura, terrore, proprio in questo preciso climax ascendente. Un climax adrenalinico e spaventevole. Quasi come se fosse coca. Proprio come effettivamente è la coca.
Infine, ci sono due ringraziamenti particolari nei 'Ringraziamenti' finali che mi hanno colpito.
Il primo è indirizzato a Daria Bignardi: 'Ringrazio Daria Bignardi, che mi chiede di scrivere, scrivere'. Non a caso, la parola 'scrivere' è ripetuta due volte. Ripetuta due volte per sottolineare la straordinaria forza di questo verbo, un verbo che per Saviano è sinonimo di 'raccontare', perchè 'raccontare le cose significa non subirle', e lui, pur di 'scrivere, scrivere', rischia la vita e tira ogni giorno schiaffoni morali a coloro che si definiscono 'uomini d'onore', che hanno 'un potere d'accesso che, con una sola telefonata, un solo ordine può influire sull'economia globale' e che 'millantano coraggio', ma che in realtà 'non sanno fare altro che obbedire, strisciare, tirare a campare';
Il secondo è indirizzato direttamente alla sua famiglia, 'che paga un prezzo alto per mia colpa e di questo non ci si può perdonare nemmeno con queste righe di ringraziamento. Lo so.'. Dispiace leggere una dedica del genere, dispiace perchè lascia intendere come, per gli uomini d'onore, l'omertà ed il favoreggiamento siano qualità primarie, a discapito della denuncia, della legalità, della giustizia.
Ed allora, io, voi, tutti noi ci sentiamo di essere un pò Daria Bignardi ed un pò la famiglia di Saviano.
E ti chiediamo di continuare a 'scrivere, scrivere', perchè il 'prezzo alto' siamo ben felici di pagarlo per te. E perchè 'leggere, sentire, studiare, capire, è l'unico modo di costruire vita oltre alla vita, vita a fianco della vita'.
Un'ultima cosa: la prossima volta che scrivi un libro lascia che le pagine finali siano per i nostri ringraziamenti per te, e non viceversa. Grazie. A te.
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Ci sei dentro tutta! Cervello, cuore, pancia!
Bella,bella, bella.