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Le otto storie che ti cambiano la vita
Sì, il titolo della recensione rispecchia esattamente il libro. O meglio, l'essenza del libro. O meglio ancora, l'essenza di un libro attuale, mai banale ed efficace come non mai.
Un libro in cui è impossibile non sentire la voce di Saviano nelle parole che leggiamo. Un Saviano che possiamo definire in bilico fra l'umiltà della sua espressione tonale e la deteminazione della sua scrittura grafica; un Saviano che vuole offrirci lo spaccato di un'Italia frammentata, malata, terribilmente malata, comatosa; un Saviano che non usa toni forti e retoriche fine a sè stesse, ma che riesce comunque ad incidere indelebilmente una frase nella mente del lettore: "Raccontare come stanno le cose vuol dire non subirle".
Saviano fa male. Fa male perchè mette ciascuno di noi di fronte ad uno specchio e ci mostra uno spaccato terribile del nostro Paese. E fa male soprattutto a coloro che si sono sempre autoconvinti che vada tutto bene, che i problemi di oggi sono solo frutto di esagerazioni mediatiche montate ad arte, che è meglio farci su una bella bevuta.
Ecco, questo romanzo di Saviano vuole rivolgere la propria attenzione a me, a te, ad ognuno di noi, a partire dal sindaco più omertoso fino all'ufficiale di polizia più irreprensibile.
Gli otto monologhi che compongono il romanzo spaziano su temi onnicomprensivi e di strettissima attualità: ci sono l'eutanasia (con il caso di Piergiorgio Welby), la 'ndrangheta che paralizza il Nord Italia, la difficile situazione del post-terremoto a L'Aquila, e non aggiungo altro, altrimenti vi anticipo tutto.
Però, per quanto i temi abbraccino questioni di ambiti (solo a prima vista) diversissimi e scollegati fra loro, c'è un denominatore unico. E lo si può trovare nel titolo dell'ultimo monologo del romanzo: "La democrazia venduta e il piroscafo della Costituzione".
... Ah, inutile girarci intorno. I noccioli su cui devono vertere le nostre riflessioni sono due:
- La nostra democrazia è a tutti gli effetti venduta, grazie alla politica italiana che ha svuotato completamente di ogni significato la realtà della 'démos-cràtos' e l'ha sostituita con un concetto fantoccio, annichilito, apatico;
- Di pari passo, la nostra Costituzione ne ha subìto le conseguenze più impensabili e drammatiche, ed è azzeccatissima la scelta di rievocare la metafora della barca, coniata da Piero Calamandrei. Perchè è facile trovare quel 'migrante' a cui non importa nulla del bastimento che sta affondando, tanto 'non è mica mio'. Peccato, caro migrante, che tu ti stia sbagliando di grosso, perchè, oltre al bastimento, affondiamo noi, affondi tu con noi, ed affonda l'intero piroscafo della Costituzione.
Ed allora l'unica soluzione è quella di raccontare queste cose, perchè "raccontare come stanno le cose vuol dire non subirle". Raccontarle, perchè dobbiamo alzarci dalle poltrone e fare qualcosa. Saviano la sua parte la sta già facendo, quella di raccontare, smascherare, denunciare. E ditemi se è poco.
Adesso "bisogna trovare la forza di cambiare. Ora. O mai più".
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