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I NERI E I ROSSI
Se e' arduo negare che l'espressione terrorismo sia di ardua definizione a causa delle numerose contraddizioni o incompletezze presenti nelle piu' note definizioni,non costituisce al contrario motivo di contrasto tra gli esperti del settore ne' la natura pluridimensionale del terrorismo ne' la genesi storico del termine-che come ricorda l'autore sorse nel contesto ideologico giacobino-e neppure la caratterizzazione negativa ad esso attribuito dalla storiografia liberale
alle modalita' operative del populismo e dell' anarchismo russo.Ora,a parte la rassegna storica compita dall'autore a proposito della counterinsurgency americana,atlantica e francese-rassegna sia detto per inciso assolutamente superficiale-e quella compiuta sulla trasformazione storica della guerriglia urbana -anch'essa eccessivamente schematica e generica per un lettore specialista-l'attenzione dell'autore si polarizza sulla esistenza del terrorismo promosso dal soggetto statuale e sulle contromisure giuridiche attuate dagli stati per contrastare quello promosso da soggetti statuali e non. Ebbene a nostro avviso la centralizzazione della intelligence,la dilatazione giuridica del reato terroristico,le limitazioni delle garanzie di difesa ed infine la realizzazione pro tempore di una stato di emergenza-che necessariamente implica l'attenuazione di alcune garanzie costituzionali-costituiscono un pacchetto legislativo sufficiente a porre un efficace argine alla espansione del fenomeno terrorista. Anche il ricorso a covert operations e a tecniche di interrogatorio non ortodosse rientra nel pieno diritto di un soggetto statuale-con buona pace di Giannulli- proprio perche' terrorismo e antiterrorismo si condizionano reciprocamente. Naturalmente Giannulli non trascura di sottolineare il ruolo indispensabile della guerra psicologica,ruolo che si dispiega soprattutto nella manipolazione della opinione pubblica via media.In conclusione,se in linea di massima le riflessioni dell'autore risultano degne di interesse per un lettore non specialista,siamo persuasi che lo scopo effettivo del saggio non sia quello di recare contributi di particolare originalita' storico-metodologica alla problematica terroristica-contributi ad ogni modo del tutto assenti- ma quello di indurre il lettore digiuno di strategia e politica internazionale- da un lato- ad assumere un atteggiamento ora scettico ora apertamente critico nei confronti delle scelte messe in atto dagli stati nel contrasto del fenomeno terrorista e- dall'altro lato- a persuaderlo della sostanziale equivalenza tra azione terroristica e azione di contrasto antiterroristica le cui modalita' operative hanno ripetutamente violato-suggerisce implicitamente l'autore- le convenzioni internazionali e i precetti delle democrazie liberali.
GAGLIANO GIUSEPPE