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Storia della mia gente – Commento di Bruno Elpis
Edoardo Nesi, vincitore del Premio Strega 2011, ha scritto un romanzo-saggio nel quale, da letterato, commenta e descrive le emozioni e i ricordi dell’imprenditore di Prato che vive la fine di una fiorente attività, fiore all’occhiello dell’industria italiana tradizionale: il tessile.
L’industriale-letterato assiste impotente all’agonia della piccola industria italiana di fronte ai ruggiti del “pericolo giallo” e della globalizzazione.
L’industria tessile a Prato soccombe per un concorso di cause, ben descritte da Nesi nel suo blasonato saggio romanzato: l’economia globale, le abilità d’imitazione dei paesi emergenti che possono produrre, pur con un livello qualitativo inferiore, a costi più bassi, la miopia di una politica economica che non ha saputo né valorizzare, né proteggere i punti di forza dell’economia domestica.
Nel ricordo di “summer sessions” a Berkeley e a Harvard,
“Storia della mia gente” riflette la malinconia dell’uomo colto che mantiene un occhio puntato alla Capannina e l’altro alle manifestazioni di piazza in difesa dei posti di lavoro. Lo stesso uomo che nell’amore per Fitzgerald (il Francis Scott del “Grande Gatsby”) tradisce un’immensa nostalgia per i “grandi sogni” e descrive, partecipe, il dramma dei clandestini cinesi e della loro misera vita in una fabbrica sequestrata dalle forze dell’ordine.
A lettura ultimata, mi rimane un dubbio: che spesso i premi letterari siano più un riconoscimento all’autore che ad un’opera.
Bruno Elpis
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Commenti
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Ciao Magical :)
A conti fatti, personalmente l'ho trovato interessante, perchè fotografa un' Italia di estrema attualità e snocciola problemi economici e sociali tangibili.
Sicuramente è anche un lavoro dal sapore estremamente autobiografico, in quanto Nesi racconta tanto di se stesso, origini, famiglia, formazione,aspirazioni, etc...
Non ebbi il tempo di recensirlo, ma penso che sul fronte piacevolezza avrei dato qualche stellina in più.
Comunque concordo con te sul fatto che sia una lettura sui generis e in grado di provocare diverse reazioni nel pubblico !
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In piu' ho provato un'antipatia atroce per IL GRANDE GATSBY, tanto da abbandonarlo prima della fine.
Quindi doppio no :-)